Libertà religiosa, Andrea Benzo inviato per l’Italia

Il ministero degli Esteri formalizza la nomina di una figura istituzionale già presente in vari Paesi europei e negli Stati Uniti d’America

Andrea Benzo, Inviato Speciale per la libertà religiosa

Image from Andrea Benzo (Twitter)

Da oggi l’Italia ha il suo Inviato Speciale per la tutela della libertà religiosa e il dialogo interreligioso. La nomina di Andrea Benzo è stata annunciata giovedì dal viceministro degli Esteri, Marina Sereni, nel corso di un’audizione alla Commissione Esteri della Camera. Con la designazione di Benzo, la Farnesina offre «un contributo ancora più qualificato ed efficace al raggiungimento di obiettivi che il parlamento e il governo condividono a tutela dei diritti fondamentali dell’individuo», afferma la Sereni.

Laureato nell’Università di Genova in Scienze internazionali e diplomatiche, Andrea Benzo ha iniziato la carriera diplomatica nel 2010, conseguendo due anni dopo il dottorato di ricerca in Diritto canonico ed ecclesiastico nell’Università di Macerata. È stato secondo e primo segretario commerciale a Riad, in Arabia Saudita, poi primo segretario commerciale al Cairo, in Egitto.

In seguito, ha prestato servito nell’Unità di analisi e programmazione della segreteria generale della Farnesina. Nominato consigliere di legazione, da gennaio 2020 è all’Unità di analisi, programmazione, statistica e documentazione storica della nuova direzione generale per la Diplomazia pubblica e culturale.

La notizia è stata accolta con «grande soddisfazione» da Paolo Formentini (Lega), vicepresidente della Commissione Esteri della Camera, primo firmatario della risoluzione che ha impegnato il governo a nominare l’Inviato Speciale per la libertà religiosa. «È la dimostrazione del nostro impegno a difesa di tutti i credo, a partire da quello cristiano che è il più perseguitato al mondo», dichiara l’onorevole Formentini al quotidiano online Formiche.net.

Aiuto alla Chiesa che soffre: «Un passo importante»

«Soddisfazione» è stata espressa anche dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che da alcuni anni si batteva per l’istituzione del ruolo dell’Inviato Speciale per la libertà religiosa. 

«Tale nomina è particolarmente rilevante perché oggi questo fondamentale diritto non è rispettato in 62 dei 196 Paesi sovrani (31,6% del totale)», dichiarano Alfredo Mantovano e Alessandro Monteduro, rispettivamente presidente e direttore della sezione italiana di ACS.

«Il 67% circa della popolazione mondiale, pari a circa 5,2 miliardi di persone», proseguono Mantovano e Monteduro, «vive in nazioni in cui si verificano gravi violazioni di tale libertà, ed era necessario che anche l’Italia si dotasse di un Inviato Speciale, considerato che una carica analoga era già stata istituita in un gran numero di nazioni, quali, ad esempio, Stati Uniti, Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia, Finlandia, Polonia, Regno Unito e Germania».

La fondazione pontificia auspica quindi che l’Inviato Speciale sia «tempestivamente coinvolto nei processi consultivi e decisionali relativi alle aree in cui i conflitti mettono a repentaglio questo fondamentale diritto». Aiuto alla Chiesa che Soffre ringrazia infine l’onorevole Formentini «che si è impegnato con grande convinzione per il conseguimento di questo risultato, che rappresenta un passo importante nella direzione di un pieno riconoscimento della libertà religiosa in ogni singola nazione del mondo».

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