LEGO «V.M. 18»?

La famosa industria danese di mattoncini si ispira a una serie Netflix per un prodotto queer. Per adulti?

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Last updated on Settembre 19th, 2021 at 04:03 am

Certamente l’ingresso nell’età adulta porta con sé qualche delusione rispetto al mondo dorato e perfetto dell’infanzia. Figurarsi, poi, il permanervi per un po’… È delusione, infatti, quella che si prova leggendo che la LEGO, azienda danese produttrice di giocattoli fantastici, i celeberrimi mattoncini di plastica per costruzioni di sogno, metterà in vendita dal 1° ottobre un toy set ispirato al programma TV Queer Eye di Netflix.

Queer Eye è un reality show di produzione statunitense, in onda dal febbraio 2018, in cui un gruppo di “esperti”, cinque uomini dichiaratamente omosessuali, si adoperano per accompagnare chi lo desiderasse in un completo restyling personale. Il cast principale è composto da Antoni Porowski, esperto di enogastronomia; Tan France, per la moda; Karamo Brown, per cultura e life-style; Bobby Berk, per il design; infine Jonathan Van Ness, per le acconciature. La visione è consigliata per un pubblico maggiore di 14 anni.

Questi “Fab5” non si limitano a consigli di look o di fitness o di carriera, ma raccolgono racconti di esperienze definiti «toccanti» di persone alla «scoperta di sé». Il programma ha vinto otto premi Emmy per la categoria e sull’edizione italiana di Netflix pare imminente la nuova stagione.

«Get ready to be your true self», cioè preparati a essere il tuo vero io, proclama l’annuncio di presentazione del “giocattolo” della Lego. Ma come questo sia interessante per dei bambini, destinatari abituali dei prodotti della rinomata casa danese, non è chiaro. E infatti il prodotto non è affatto destinato ai bambini. Il sito della LEGO lo riporta chiaramente: il target è quello indicato come «18+», i maggiorenni. Adulti e giovani adulti, insomma, appassionati dei mattoncini e/o della trasmissione. Persone con discrete sommette da spendere, peraltro, considerato che il set che riproduce personaggi e ambientazione del reality costa, sul sito, 99,99 dollari statunitensi.

Alcune avvisaglie di una decisa virata arcobaleno nella LEGO si erano comunque già notate con la confezione «Every One is Awesome», presentata in giugno in occasione del mese del Gay Pride e parimenti destinata ai «18+». Lì imperano undici mini-personaggi senza sesso e senza genere, addirittura senza volto, ovvero senz’alcuna fattezza umana riconoscibile sui propri visetti di plastica (al contrario dei nuovi “Fab5”, riprodotti invece minuziosamente in tutti i propri vezzi). Solo i colori, su una sorta di scenario dalle forme neutre e scarne. Mica un giocattolo, insomma. Una celebrazione.

Ma, archiviata la delusione grande, un’altra sensazione ci coglie, un’inquietudine sottile e neppure troppo recondita, il senso insomma di essere davanti a una macchinazione neppure troppo celata.

Sì, chiaro: il sentore di un processo di normalizzazione talmente sofisticato, che passa addirittura dal gusto del proibito. Il famoso bollino «18+» è stato ideato per indicare agli acquirenti la difficoltà di montaggio del giocattolo ed è impiegato per diversi prodotti offerti dalla LEGO (certe ambientazioni tratte dalla saga di Harry Potter o alcuni figure complessi di Star Wars). Ma qui la patacca «18+» cosa indica?

E se così fosse, non sarebbe la foglia di fico per chiamarsi fuori dal parco dei piccoli onde non essere presi per orchi, salvo scrivere a caratteri cubitali, per qualsiasi età, “attenzione pruderie in corso?”. Come i vecchi film «V.M. 18», che finivano per tenere lontani soltanto gli adulti davvero tali e invece suonare il richiamo della foresta per frotte di underaged.

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