Tre giovani che sorreggono un’Italia vecchia e ammalata: è questa l’immagine scelta da Rachele Bernardini (in arte Tartitarta), giovane designer toscana, per accompagnare la nuova campagna dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose (ANFN), nata quasi vent’anni fa per volontà di Mario Sberna ed Enrico Cinelli.
Erano 700 al convegno nazionale ad Ascea Marina, in provincia di Salerno, conclusosi il 1° novembre, salutati in un intervento registrato per l’occasione dal ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, alla prima uscita ufficiale, per sottolineare l’importanza «di riformulare l’assegno unico. Quella riforma ha avuto il pregio di essere strutturale, non un bonus una tantum, però va corretta e riformulata perché così com’è sappiamo benissimo che penalizza proprio le famiglie numerose».
Dall’assemblea sono emerse richieste ben precise per il governo: il riconoscimento di un anno di contributi figurativi per ciascun figlio, da corrispondersi alle famiglie; la revisione profonda dell’indicatore ISEE, da utilizzare solo per le politiche assistenziali; un fisco “a misura di famiglia”, giacché nel sistema italiano non esiste alcun meccanismo che consideri quante persone vivono del reddito che viene tassato (equità orizzontale); infine l’impegno a sostenere il network «Comuni amici della famiglia».
La Carta famiglia, scaduta nel dicembre scorso, deve inoltre essere rinnovata, forte dei propri contenuti costruttivi.
Il ministro Roccella ha evidenziato come le famiglie con figli siano «sempre meno», un problema, questo, che «la politica comincia a mettere a fuoco in maniera più seria». Esiste infatti «una connessione forte fra il livello di natalità e lo sviluppo economico» ma «non solo», perché «la famiglia è il cuore della comunità».
«Affinché le donne siano davvero libere di essere madri», ha concluso la Roccella, «si tratta di riannodare quella rete di sostegno una volta affidata alla rete di parentela, che oggi si è smagliata e va in qualche modo riannodata».
«Oggi probabilmente si sta ricreando quel clima favorevole che, diciotto anni fa, avevamo quando è nata l’associazione», ha detto Alfredo Caltabiano, presidente di ANFN, eletto durante il convegno. «Si sta finalmente prendendo coscienza del tema della natalità, e quindi dell’importanza delle famiglie numerose. Abbiamo sempre cercato un atteggiamento bipartisan, apartitico ma fortemente politico, per una politica per la famiglia. Manterremo sempre questo atteggiamento bipartisan, di ascolto e dialogo con tutte le forze politiche».
Perché «diciotto anni fa, per la prima volta, chiedemmo al governo interventi di politica familiare strutturali, poiché li ritenevamo l’unica soluzione possibile per provare a frenare l’inverno demografico. Oggi in molti sembrano essersi resi conto della gravità del fenomeno. Ogni anno nascono, in media, 20mila bambini in meno rispetto all’anno precedente, di questo passo quanto ancora potrà reggere l’attuale modello di welfare?». «Rendere “appetibile” il terzo figlio», ha detto ancora Caltabiano, potrebbe essere un inizio di soluzione perché «una Italia senza giovani è una Italia senza idee, senza le migliori energie, capaci di guardare il futuro» come ha ricordato il ministro.
Al convegno ha fatto pervenire un messaggio di vicinanza il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, che domenica 30 ottobre si è collegato in streaming: «Trasmettete il gusto della vita» ha detto il presule, ricordando di essere nato in una casa con tanti figli, per lui fratelli.
«I miei genitori si erano sposati nel 1946, dunque subito dopo la guerra. Non avevamo niente in casa», ma «non è mai mancata la speranza, né il gusto per la vita». Quindi, ha sottolineato il cardinale, non si deve «limitarsi a giocare sulla difensiva, rivendicando le giuste richieste alla politica e alla società», ma occorre «testimoniare la bellezza di essere in tanti»: la famiglia numerosa è infatti una scuola di accoglienza e di condivisione. Anzitutto è però una scelta «possibile», che potrebbe diventare uno «status a cui ambire, per il bene della società e della natalità», come ha ricordato il presidente Caltabiano, ricordando come proprio l’ANFN sia nata «per costruire insieme qualcosa di importante».
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