La «X» sul passaporto è un pericolo per gli LGBT+

O si aboliscono i passaporti oppure non si può legalizzare la menzogna. Sono gli LGBT+ a dovere reagire

X pericolosa

Last updated on Novembre 2nd, 2021 at 04:53 am

Ieri gli Stati Uniti d’America a traino Joe Biden e Kamala Harris hanno emesso il primo passaporto con indicatore di genere «X» per il possessore e portatore. Non si sa chi abbia totalizzato questo pareggio storico nella gara tra i sessi del nostro tempo, ma circolano voci su tale Dana Zzyym, un veterano della Marina statunitense che abita a Fort Collins, in Colorado, il quale è uomo ma si autodefinisce «intersessuale», che aveva fatto domanda in tale senso. Come che sia, dopo questo esperimento la nuova opzione sarà disponibile per tutti dall’inizio del 2022. Ma è una scemenza totale.

Il passaporto è un documento di identità che serve a rendere le persone riconoscibili a chi non le conosca, specificamente pensato per spostamenti e transazioni che riguardino l’estero dando garanzie di sicurezza. Non serve a null’altro che a questo. Non serve, cioè, a testimoniare al mondo come il possessore e portatore si percepisca quanto alla propria sessualità.

O si sposa infatti il pensiero libertarian, che contesta in radice l’autorità di identificare le persone per autorizzarne spostamenti e transazioni, e allora si aboliscono completamente i passaporti e ogni altro genere di documento d’identità, oppure i passaporti si mantengono per far riconoscere le persone riportandovi dati fisici materialmente riscontrabili e non opinioni soggettive. E che biometria sarebbe, altrimenti?

Se chi verifica un passaporto per riconoscerne il possessore e portatore non è messo in grado di appurare una caratteristica essenziale per il riconoscimento dell’altro da sé qual è il sesso di quest’ultimo, il passaporto è inutile. Quindi non serve nemmeno scriverci «X»: è uno chiffon de papier utile forse da sventolare come bandiera arcobaleno sulle ambasciate, ma non per far attraversare le frontiere in sicurezza per tutti.

Si dirà che la nuova opzione «X» sui passaporti statunitensi inerisca al gender e non al sesso, ma resta ugualmente una scemenza totale. Infatti, ammessa e non ancora concessa la separabilità fra gender e sesso cara al mondo LGBT+, se sul passaporto si riporta una caratteristica inerente al gender che non corrisponda a un dato sessuale materialmente riscontrabile, e dunque indispensabile per il riconoscimento dell’altro da sé, il passaporto risulta ancora una volta sempre e solo inutilizzabile. Autorizzare quella «X» che può celare qualsiasi cosa in un frangente di alta sicurezza equivale a legalizzare la possibilità di mentire in una circostanza estremamente delicata, mettendo in pericolo tutti. Sì, l’Amministrazione Biden è un pericolo anche per le persone LGBT+.

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