La resistenza nordirlandese all’aborto domestico

I partiti Unionisti sul piede di guerra. Annunciano battaglia in aula per strappare a Londra il diritto alla vita

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Last updated on aprile 10th, 2020 at 07:12 am

Il 31 marzo, nel Regno Unito, sono entrate in vigore le nuove norme per facilitare l’aborto farmacologico attraverso l’assunzione di pillole. C’è però chi chiede cambiamenti e sta pensando di non dare seguito alla modifica: è l’Irlanda del Nord.

Il partito di maggioranza nel parlamento nordirlandese, il Democratic Unionist Party (DUP), composto per lo più da protestanti evangelicali, domanda infatti di discuterne, onde modificare la decisione.

In Irlanda del Nord l’aborto è stato depenalizzato nell’ottobre 2019 con una decisione del parlamento britannico di Londra in un momento di vacanza del governo locale di Stormont, poi ripristinato. Lì l’aborto è quindi possibile senza restrizioni fino alla 12a settimana di gravidanza, ma è possibile abortire fino alla 24a settimana qualora la prosecuzione della gravidanza comportasse rischi per la salute fisica o mentale della donna superiori alla sua interruzione e addirittura non ci sono limiti in caso di grave compromissione o di anomalia fetale del bambino nel ventre materno, o ancora se sussiste il rischio di morte o di gravi lesioni permanenti per la madre.

Davanti alla nuova forzatura, il DUP reagisce dunque con vigore per bocca del deputato Paul Givan: «[…] cercheremo di cambiare la legge in modo da avere anche in Irlanda del Nord una situazione che rifletta quella che ritengo essere la volontà popolare sul tema», ovvero la contrarietà all’aborto.
Jim Allister, leader di Traditional Unionist Voice, un altro partito unionista nordirlandese, sottolinea che «in questo momento davvero difficile il pensiero di tutti si concentra sulle vite da salvare, ed è ancora più abominevole e perverso che contemporaneamente si approvino norme che consentono l’uccisione dei bambini non ancora nati».

Accolte queste richieste, l’esecutivo nordirlandese si appresta a dare battaglia a Londra promettendo, con il primo ministro nordirlandese Arlene Foster (del DUP), una discussione a tutto campo.

«Il ministro della Sanità presenterà le sue carte e ne discuteremo, ma non credo che sia un segreto che per me in Irlanda del Nord l’aborto a richiesta non dovrebbe essere disponibile: per la società è un passo indietro», dice la Foster.

Il tempo pare del resto esserci, visto che il Dipartimento della Salute non ha ancora dato attuazione alla nuove norme.

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