Il Comune di Milano, guidato dal sindaco, Giuseppe Sala, ha deciso unilateralmente di assegnare l’«Ambrogino d’oro», cioè il riconoscimento che la città meneghina offre ai propri cittadini meritevoli per virtù pubbliche, all’eutanasia. Il 7 dicembre, infatti, conferirà la benemerenza all’apostolo dell’eutanasia Marco Cappato.
È una decisione violenta. Impone proditoriamente una volontà a senso unico a tutta la cittadinanza e a tutta l’Italia su un tema dirimente: altamente divisivo, caldissimo, in discussione e per nulla né scontato né sedato. Indica, il Comune, la morte come soluzione finale invece della vita. Dà per scontato, senza interrogarsi e senza interrogare i cittadini, che l’eutanasia sia un fatto acquisito, la coscienza pacificata della cittadinanza, un bene sociale e condiviso. Non lo è, e i cittadini milanesi, come tutti gli italiani, come tutti gli uomini, sono, sul punto, divisi. Nutrono pareri diversi: ne discutono, persino anche forse si accapigliano. Fingere che tutto sia normale è solo normalizzazione. Appunto, una violenza contro la realtà.
È un atto di imperio fuori luogo: inaccettabile e irricevibile.
La decisione del Comune di Milano è una violenza contro la democrazia. Impone a tutti la volontà di un ristretto gruppo di persone, senza possibilità di discussione.
Pertanto la campagna di «iFamNews» per chiedere al sindaco Sala di fare marcia indietro prosegue. I milanesi e gli italiani tutti non cedono alla violenza e vogliono affermare il valore della libertà e della democrazia, della vita e della bellezza.
Non vogliono, i milanesi, gli italiani, che il premio ispirato al santo patrono di Milano, capitale morale d’Italia, Ambrogio (339/340-397), suggelli la violenza della morte procurata, la violenza delle istituzioni contro i cittadini. Firma allora subito la richiesta che «iFamNews» rivolge al sindaco Sala e fai firmare tutti i tuoi parenti e amici. Perché la violenza non è mai bella, perché la morte non abbia mai l’ultima parola con il tuo consenso.
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