La lobby pedofila censura l’accademia

Prostasia si batte da anni per lo sdoganamento della pedofilia. Ora riesce a silenziare un periodico accademico di critica

Pedofilia

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Uno studio sottoposto a revisione paritaria su un’organizzazione segreta a favore della pedofilia e sul suo legame con il mondo accademico è stato rimosso il giorno dopo essere stato pubblicato dal British Journal of Philosophy, Sociology and History (BJPSH). L’organizzazione è registrata come ente di beneficenza per la protezione dell’infanzia.

L’analisi, scritta da Alaric Naude, professore di Inglese al Suwon Science College e autore di The Babylon Cypher, presenta un’organizzazione nota come Prostasia, registrata nello Stato della California come ente di beneficenza per la protezione dell’infanzia. Prostasia afferma di adottare un approccio alternativo alla lotta contro gli abusi sessuali sui minori. L’analisi di Prostasia condotta da Naude illustra come l’organizzazione usi la semantica per promuovere un messaggio favorevole della pedofilia nascosto dietro la “sicurezza dei bambini”.

Il BJPSH, confermando di essere stato contattato dai rappresentanti di Prostasia che hanno chiesto la rimozione dell’analisi affermando che «il documento diffamava l’organizzazione», dichiara: «Abbiamo ricevuto una e-mail in cui si diceva che alcune affermazioni non sono vere; la politica del giornale è quella di evitare tali problemi». Nulla però specifica quali siano le dichiarazioni ritenute diffamatorie.

Accademia e devianza

Ora, Prostasia si concentra su un gruppo molto specifico di accademici, quelli che considerano la pedofilia un “interesse sessuale” fra altri e che quindi ne sostengono prospettive vicine alla legalizzazione. Lo psicologo clinico James Cantor, consulente di Prostasia, sostiene per esempio la legalizzazione della pedofilia come diritto civile e ritiene che anche la pedofilia debba essera coperta dall’acronimo LGBT+.

«Parlando da uomo omosessuale, ritengono che si debba includere anche la P» di pedofilo «Diversamente significa tradire i princìpi cui dobbiamo i nostri diritti», afferma Cantor. Alle “minoranze sessuali”, sostiene lo psicologo, vengono concessi “diritti civili”, quindi legalizzare la pedofilia come orientamento sessuale garantirebbe varie tutele giuridiche a chi la pratica.

Un articolo pubblicato di Cantor e dallo psicologo clinico Ray Blanchard sul National Institute of Health sostiene che pedofili si nasca, non si diventi. La quinta edizione dell’autorevole Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5), pubblicato nel 2013 dall’American Psychiatric Association, sostiene oggi che la pedofilia sia un disturbo mentale, ma Blanchard, cui il DSM deve i criteri utilizzati per definire la parafilia, ha già in passato cercato di modificare qui parametri.

Secondo qualcuno la pornografia fa bene ai bambini…

Come sottolinea Naude nel proprio studio, le organizzazioni e gli accademici favorevoli alla pedofilia la promuovono come una forma legittima di sessualità, cercando di ammorbidire progressivamente l’impatto che tale devianza ha sull’opinione pubblic, ma «l’idea che i diritti dei pedofili e i diritti dei bambini siano conciliabili è volgare e assurda», afferma Naude.

I membri di Prostasia affermano del resto che i bambini possono assimilare il feticismo e le perversioni, e che la pornografia possa avere un impatto positivo su di loro. nondimeno Prostasia insegna ai pedofili come evitare di essere scoperti nell’adescamento dei minori in chat come quelle di Roblox, una popolare piattaforma di gioco per minori.

E poi c’è sempre gente come Alan McKee, professore dell’Università di Sydney, secondo il quale dire che pornografia fa male è esagerato, o la scrittrice e sceneggiatrice italiana Elena Stancanelli che sulle pagine di la Repubblica afferma che la pronografia abbia uno scopo ricreativo…

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