Last updated on aprile 30th, 2021 at 03:14 am
10, 100, 1000 volte abbiamo notato come i social media censurino a destra e a manca, discriminando chi vogliono loro, laddove invece lasciano sempre volentieri correre quando nel tritacarne finisce chi canta fuori dal coro. Il sottoscritto, per esempio, è stato qualche volta censurato per avere pubblicato immagini considerate shock di aborti, ma, per esempio, sul web la bestemmia galoppa libera. Per questo è l’ora di brindare quando il doppiopesismo s’inceppa.
La Corte d’appello di Santiago, in Cile, ha stabilito, il 24 febbraio, con una sentenza appena pubblicata, che Twitter ha l’obbligo di cancellare epiteti ingiuriosi tipo «Gli evangelicali in politica fanno ribrezzo». A esprimersi così è stato Jaime Parada Hoyl, consigliere municipale di Providencia, sobborgo di Santiago, noto attivista LGBT+ e anzi primo eletto apertamente gay di tutto il Cile, che se l’è presa con tre uomini politici cristiani evangelicali, definiti persino «cancro della repubblica». E pure gente che, opponendosi all’aborto, mette in pericolo le donne.
La vicenda è andata così. Dato che, nonostante le proteste di diversi utenti, Twitter non aveva mosso un dito contro le ingiurie gratuite di Hoyl, i tre politici apostrofati hanno adito le vie legali. Hoyl ha dunque cercato di buttarla in caciara e ha alzato il tono accusando uno dei tre, Kevin Valenzuela Arroyo, di avere detto che stare alla larga da chi fa apologia del peccato, fra cui gli attivisti LGBT+, è conforme alla Bibbia. Del resto, a parte il fatto che la cosa è conforme sì alla Bibbia, Twitter quest’affermazione l’aveva subito censurata.
Ora, visto come va il mondo, Hoyl deve essersi sentito in una botte di ferro, garantitagli proprio dalla sua escalation di contumelie contro i tre. Ma il diavolo che fa le pentole resta cronicamente impotente a fabbricare i coperchi e così il pentolone della strega si è trasformato in vaso di Pandora: il tribunale ha infatti bocciato Hoyl e censurato il censore Twitter, imponendo che ne silenzi i deliri. Perché? Perché, secondo il tribunale, Hoyl si è scagliato contro i tre evangelicali proprio in quanto evangelicali, disegnandoli come mostri proprio per la loro fede religiosa. Ma questo, per quel sano tribunale cileno, non s’ha da fare.
Sono scontri così quelli che sempre più frequentemente si ripeteranno nelle aule giudiziarie dei prossimi tempi, vista l’onda liberticida che dai parlamenti di molti Paesi sta montando. E noi qui sempre a difendere un uso normale della lingua, una logica formale e un pensiero non relativista.
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