Last updated on Febbraio 16th, 2021 at 05:16 am
Avete in mente quei bastoncini tipo pastorale a strisce che si vedono soprattutto nei film? Sono tutt’altro che un’“americanata”.
Nel 1670 il direttore del coro della Cattedrale di Colonia, in Germania, non sapeva più come tenere a bada i bambini che ne facevano di ogni in chiesa durante le liturgie e si risolse a domandare a un pasticcere di inventarsi un qualche dolciume da distribuire ai piccoli vocianti prima della Messa. Nacquero così quei bastoncini dalla forma particolare, come quella dei bastoni, appunto pastorali, da cui non si separano mai i pastori, ivi compresi quelli accorsi alla Mangiatoia di Betlemme il 25 dicembre.
Ora, la forma di quella caramellona ricorda la «J» di «Jesus» così come a Gesù ammiccano i suoi colori: bianco a simboleggiare la purezza del Salvatore, rosso per il sangue versato da Cristo, il tutto disegnato a strisce oblique che par si rincorrano a rappresentare le frustate inferte al Signore dal soldato romano durante la Passione. E ancora: il bastoncino è fatto di caramello solidificato in onore di Gesù «solida roccia su cui sono costruite le nostre vite» (Mt 16, 18) e il suo gusto è la menta piperita per via della somiglianza all’issopo, la pianta aromatica della famiglia della menta usato nell’Antico Testamento per i riti di purificazione e di sacrificio (per questo ne esistono anche versioni a tre colori con l’aggiunta del verde).
L’unica “americanata” di questa bella storia è da ascrivere a un immigrato tedesco negli Stati Uniti, Augustus “August” Imgard (1828-1904), a cui si deve la diffusione dell’albero (tedesco, e cristiano) di Natale in America settentrionale e la primazia nell’avere addobbato l’abete del 25 dicembre con le «J» di caramello, vista la loro facile associazione (già comune nel suo Paese di origine) con il Natale.
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