La Germania dei cattolici fluidi

Non è obbligatorio essere cattolico. Ma se uno lo sceglie, perché poi predica il contrario del cattolicesimo?

Image under Creative Commons licence

“iFamNews” non è una testata cattolica. È una testata che usa la ragione, il buon senso e la filosofia del diritto naturale, talvolta persino la scienza. Certo, anche la Chiesa Cattolica usa la ragione, il buon senso, la filosofia del diritto naturale e dialoga schiettamente con la scienza. Eppure poggia in primis su tutt’altra fonte: la Rivelazione, che, secondo i cattolici, invera ed esalta la ragione, il buon senso e la filosofia del diritto naturale, traendo il massimo pur dal confronto con le scienze. Almeno questo ritengono i cattolici, e quanti fra noi di “iFamNews” sono cattolici. Ma questa è un’altra storia.

La storia che mi preme adesso è che “iFamNews” usa la ragione, il buon senso e la filosofia del diritto naturale perché la materia di cui tratta non è oggetto di Rivelazione divina. L’intangibilità della vita umana innocente, l’indisponibilità della vita nella sua fase terminale o nel dolore, la lacerazione incolmabile prodotta dal suicidio, il danno palese che provoca la cultura degli stupefacenti, l’assurdità del transumanesimo e della riduzione dell’uomo a macchina seriale, l’intangibilità necessaria dell’istituto familiare per lo sviluppo della persona e per la solidità di ogni edificio sociale, il bene pubblico che deriva dalla libertà di educazione e la natura incondizionabile del diritto alla verità che è il vero nome della libertà religiosa non sono infatti frutto di verità rivelata. Se infatti lo fossero, questi temi diventerebbero confessionali. Li avrebbe cioè a cuore soltanto l’uomo di fede.

Ma a quel punto l’ateo si chiamerebbe legittimamente fuori, impugnando legittimamente a propria discolpa la propria miscredenza. A quel punto saremmo però tutti costretti a concedere a quell’ateo che se egli rubasse, stuprasse o ammazzasse non sarebbe colpevole, né alcun tribunale lo potrebbe mai condannare, perché il furto, la violenza carnale e l’omicidio potrebbero essere giudicati sbagliati appunto soltanto dalle persone di fede.

Ma sono sofismi, questi, cui ci sottraiamo volentieri.

Dunque del mestiere quotidiano che svolgiamo usando la ragione, il buon senso e la filosofia del diritto naturale fa parte anche una certa dose di cronaca. La cronaca è sempre registrazione del reale. Nel reale figurano anche la Chiesa Cattolica, le comunità protestanti, l’ebraismo, l’islam, il buddhismo, e così via, i quali su aborto, eutanasia, droga, divorzio, gender e quant’altro hanno posizioni. Quelle realtà rientrano pertanto nella nostra cronaca, e pure nel nostro apprezzamento, o nella nostra critica, visto che “iFamNews” non si è mai trincerato dietro la mera cronaca per evitare posizioni nette. Non c’è bisogno cioè di essere ebrei praticanti per salutare con favore, dalle colonne di “iFamNews”, che so, la presa di posizione di un rabbino contro il relativismo LGBT+. Né il farlo significa immischiarsi in questioni confessionali che, se per esempio non siamo ebrei, non ci riguardano, ma che non ci riguardano nemmeno, in quanto “iFamNews”, se ebrei praticanti invece lo fossimo.

Forti di tutto questo, ci chiediamo allora (e il plurale che in queste occasioni usiamo non è mai maiestatico)

1. Com’è possibile che dei dipendenti di una diocesi cattolica tedesca dicano in pubblico il contrario di quello che la dottrina cattolica dice in tema di omosessualità?

2. Com’è possibile che lo facciano sfruttando risorse anche economiche di quella stessa diocesi cattolica?

3. Com’è possibile che non vi sia una risposta ufficiale di quella diocesi cattolica?

Ce lo chiediamo da cronisti, al di là del fatto che alcuni o molti di noi siano cattolici. Ce lo chiediamo con il rispetto massimo che debbono i cattolici e la buona creanza che debbono tutti ai propri interlocutori, soprattutto se così illustri. Ce lo chiediamo sommessamente e, se cattolici, anche filialmente. Ce lo chiediamo però umanamente imbarazzati e, se cattolici, pure stremati.

Dovremmo infatti concluderne che, cattolici o no che fossimo, hanno ragione quei non cattolici che vogliono insegnare alla Chiesa Cattolica a smettere di essere se stessa, che pregano affinché cambi mestiere, che fanno voti sperando che si dia a fare dell’altro? Ha ragione chi dice che diritto alla vita, difesa della famiglia e ideologia gender siano questioni soltanto confessionali e che quindi chi non ha la fede possa brigare come diamine vuole?

Eppure, e questo ci lascia con la mascella a penzoloni, quei dipendenti che dicono il contrario di quanto la Chiesa dice lavorano per la Chiesa e per dire ciò che dicono usano risorse anche economiche della Chiesa stessa. Ci resta, insomma, qualche domanda dentro, e pure fuori, cattolici, cronisti o no che fossimo.

Exit mobile version