Päivi Maria Kuvaja Räsänen, classe 1959, è madre di sette figli, nonna di cinque nipoti, medico e politica finlandese. È infatti parlamentare dal 1995 nella fila del Suomen Kristillisdemokraatit, il partito cristiano democratico della Finlandia, e oggi suo capogruppo. È stata anche ministro degli Interni dal giugno 2011 al maggio 2015. Negli ultimi mesi la Räsänen è finita sulla graticola del politicamente corretto. La sua ”colpa”? Aver pubblicato nel 2004 un libro intitolato Mieheksi ja naiseksi hän heidät loi, ovvero il versetto 27 del primo capitolo della Genesi, «Maschio e femmina li creò». Nel 2019, esattamente quindici anni dopo, qualcuno ha sporto denuncia contro di lei. Di qui è iniziato il suo calvario.
Incitamento all’odio
Come spiega in un’intervista rilasciata al direttore di «iFamNews», Marco Respinti, e pubblicata sul mensile Il Timone, «nell’estate 2019 sono finita a processo per tre reati e un nuovo processo mi attende al Tribunale distrettuale di Helsinki. E così si andrà avanti, per anni. Mi si accusa di incitamento all’odio contro una minoranza e questo, oltre a un’ammenda, può comportare pure il carcere fino a due anni».
Tre reati
La Räsänen spiega quali sono i tre reati in questione: «In un tweet di due anni fa ho messo in discussione il sostegno dato dalla Chiesa evangelica luterana finlandese all’Helsinki LGBT Pride 2019, postando i versetti della Lettera ai Romani 1, 24-27. La denuncia del tizio a cui ho fatto riferimento prima partì da qui: insulto alle minoranze. La cosa si trasformò poi in un processo al mio passato, dunque al pamphlet del 2004: secondo reato, stessa accusa. Il terzo crimine contestatomi è ciò che ho detto in un talk show della Finnish Broadcasting Corporation sul tema “Cosa penserebbe Gesù degli omosessuali?” dove ho ripetuto le cose scritte nel pamphlet e richiamate qui».
La petizione
Il 24 gennaio si aprirà sarà il processo. CitizenGo ha lanciato una petizione indirizzata al procuratore generale della Finlandia, per sostenere la Räsänen. «Punire individui che esprimono un’opinione come Räsänen stabilisce un precedente molto pericoloso», si legge. «La esortiamo a prendere una decisione a favore di Räsänen scegliendo di stare dalla parte della democrazia e della libertà di parola».
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