La fiera della canapa che normalizza la droga in Italia

Maria Teresa Bellucci (FdI) presenta un’interrogazione al governo, Daniela Bianchini (CSL) deplora la normalizzazione della droga

Canapa Mundi

Image from Canapa Mundi (Facebook)

Sulla pagina Facebook dedicata si gongola per il «successo» della VII edizione. È stata presentata come un evento indirizzato in particolare alle famiglie e persino ai bambini, cui è stata appunto adibita un’area ad hoc. È «Canapa Mundi», il festival internazionale della canapa, che si è svolto alla Fiera di Roma dall’1 al 3 aprile.

L’iniziativa è stata sponsorizzata dagli operatori del settore, con evidente promozione del consumo, anche «ricreativo», della cannabis. Non sono mancati nemmeno i workshop che illustravano la coltivazione delle piantine psicotrope.

La disinvoltura con cui è stato promosso lo svolgimento di attività illecite rientra in un clima di lassismo e di pressapochismo istituzionale, che si sta riscontrando anche in altri ambiti come, per esempio, la fiera Un sogno chiamato bebè, che gravemente sdogana l’«utero in affitto«.

Tutto «bene»

Le irregolarità del festival «Canapa Mundi» non sono però sfuggite alla psicoterapeuta e deputata Maria Teresa Bellucci, capogruppo di Fratelli d’Italia (FdI)nella Commissione Affari sociali c Capogruppo nella Commissione bicamerale Infanzia e adolescenza. Da anni l’on. Bellucci lavora nel settore del ricupero dalle dipendenze, fuori e dentro il parlamento. «“Canapa Mundi” istiga pubblicamente all’uso illecito di sostanze stupefacenti, violando in modo palese l’articolo 82 del Testo unico sugli stupefacenti e per questo ho deciso di sporgere denuncia», aveva dichiarato la deputata di Fratelli d’Italia il giorno stesso dell’inizio della manifestazione. «La normalizzazione dell’uso delle droghe è la conseguenza della pressione esercitata da gruppi d’interesse legati alla legalizzazione della cannabis», aveva poi aggiunto.

Oltre ad aver sporto denuncia alla Procura di Roma, la Bellucci ha anche presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro della Giustizia, Marta Cartabia, al ministro per le Politiche giovanili (con delega alle politiche antidroga), Fabiana Dadone, e al ministro della Salute, Roberto Speranza, per sapere se «fossero a conoscenza dei fatti. Immagino lo fossero», dichiara l’onorevole Bellucci ad «iFamNews», «poiché Roma era tappezzata di manifesti su questo evento e anche i social media ne parlavano».

Da anni, lamenta la deputata di FdI, il Paese è «disseminato di cannabis shop nonché di distributori automatici di prodotti a base di cannabis», mentre «sono innumerevoli le pubblicizzazioni delle sostanze stupefacenti». È quindi in corso da anni un tentativo di «normalizzare» l’uso di una sostanza che, a tutti gli effetti, «è una droga».

Anche alla fiera «Canapa Mundi», riferisce la Bellucci, fioccavano le «iniziative che parlavano della legalizzazione e della coltivazione». Nonostante lo spaccio, la vendita, l’uso, lo scambio e la commercializzazione della cannabis rimangano illegali, «le autorità preposte stanno a guardare e non fanno nulla», sottolinea la deputata.

Lo scandalo del fondo anti-droga cancellato

«Sono quattro anni che tento di scrollare dalla loro totale indifferenza i governi che si sono succeduti», aggiunge la Bellucci che denuncia anche un’altra grave lacuna. Dopo dieci anni è stata assegnata a un ministro la delega alle politiche anti-droga (nonostante il Testo unico sugli stupefacenti del 1990 lo prescriva esplicitamente) e, sempre dopo dieci anni è stata convocata la conferenza nazionale sugli stupefacenti, che andrebbe tenuta ogni tre anni. Ciò potrebbe anche rappresentare un incoraggiante cambio di passo, se non fosse che «il ministro Dadone non ha invitato le comunità terapeutiche a parlare», denuncia l’onorevole Bellucci. Per giunta, «il fondo nazionale per la lotta alla droga che viene assegnato alle Regioni è stato cancellato».

«Evidentemente c’è una volontà istituzionale volta al totale disinteresse» che ha un solo risultato: quello di «normalizzare» una cosa che era e che rimane «dannosa», per «la salute e lo sviluppo psichico delle persone», sottolinea ancora la Bellucci. «Se dici che una sostanza nociva è innocua, creerai un esercito di persone dormienti e non pensanti. I cannabinoidi alterano la memoria, i riflessi, diminuisce il quoziente intellettivo e la capacità di apprendimento e insorgono, soprattutto nell’età evolutiva, delle modificazioni del cervello che sono poi irrecuperabili», spiega la deputata e psicoterapeuta. «Tutto ciò lo dicono le ricerche credibili che non hanno altro interesse se non quello di presentare informazioni corrette, non quelle finanziate dalle lobby della cannabis», conclude la Bellucci, sottolineando che non si tratta di alimentare una contrapposizione tra «proibizionisti e antiproibizionisti», ma semplicemente di far parlare la «scienza».

Un danno per il consumatore e per la collettività

Sul caso «Canapa Mundi» «iFamNews» ha interpellato anche l’avvocato Daniela Bianchini, giurista del Centro Studi Rosario Livatino, già autrice di un articolo importante sul tema La legge 242/2016 consente la coltivazione della canapa per il solo uso industriale, purché il prodotto non superi lo 0,6% di THC. Tuttavia, sottolinea l’avvocato Bianchini, nonostante la diffusione di negozi specializzati e la «confusione giurisprudenziale», sia il Consiglio Superiore di Sanità (2018), sia la Cassazione (2019) hanno chiarito che «la vendita della cannabis rientra nelle vendite illegali».

«La cosa che mi ha colpito di più», dice la Bianchini, «è che sia molto esaltato il fatto che la fiera era pensata per le famiglie. Il consumo di cannabis tra gli adolescenti è aumentato in maniera preoccupante negli ultimi anni, quindi, bisognerebbe offrire una formazione che vada nella direzione opposta».

L’avvocato Bianchini deplora proprio la «normalizzazione» del fenomeno, proprio perché veicola un «messaggio sbagliato». È invece importante ribadire che, alla manifestazione «Canapa Mundi», sono stati «pubblicizzati prodotti non legali, che danneggiano la salute», determinando un danno «non solo per il singolo ma anche per la collettività».

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