• I più recenti
  • Tutto

La famiglia al centro. Lo chiede l’economia, subito

02/03/2020
https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

J.D. Vance critica il disprezzo dell’Europa per i difensori della vita e della libertà religiosa alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

20/02/2025
L’interruzione del contratto per il marcatore “Genere X” fa risparmiare oltre 1 milione di dollari ai contribuenti.

L’interruzione del contratto per il marcatore “Genere X” fa risparmiare oltre 1 milione di dollari ai contribuenti.

08/02/2025
Il caso dell’informatore Eithan Haim è stato archiviato dal Dipartimento di Giustizia di Trump.

Il caso dell’informatore Eithan Haim è stato archiviato dal Dipartimento di Giustizia di Trump.

28/01/2025
Il presidente Donald Trump firma decine di ordini esecutivi nel giorno dell’insediamento.

Il presidente Donald Trump firma decine di ordini esecutivi nel giorno dell’insediamento.

22/01/2025
Il Presidente Biden viene ridicolizzato per aver affermato che l’Emendamento per la parità dei diritti è stato ratificato.

Il Presidente Biden viene ridicolizzato per aver affermato che l’Emendamento per la parità dei diritti è stato ratificato.

20/01/2025
La Corte Suprema del Brasile sostiene i simboli cristiani negli edifici pubblici

La Corte Suprema del Brasile sostiene i simboli cristiani negli edifici pubblici

16/01/2025
Il deputato Mark Harris sfida la campagna dell’ACLU contro il voto di Trump sulle deportazioni

Il deputato Mark Harris sfida la campagna dell’ACLU contro il voto di Trump sulle deportazioni

15/01/2025
Gli incendi nel sud-ovest della California scatenano critiche alla leadership democratica

Gli incendi nel sud-ovest della California scatenano critiche alla leadership democratica

10/01/2025
Le revisioni di McDonald’s alle linee guida sulla diversità sono il segnale di una spinta aziendale contro le politiche di woke

Le revisioni di McDonald’s alle linee guida sulla diversità sono il segnale di una spinta aziendale contro le politiche di woke

10/01/2025
La Corte Suprema degli Stati Uniti ascolterà l’appello del gruppo pro-vita contro la legge dell’Illinois che limita la consulenza nei pressi delle cliniche abortive.

La Corte Suprema degli Stati Uniti ascolterà l’appello del gruppo pro-vita contro la legge dell’Illinois che limita la consulenza nei pressi delle cliniche abortive.

10/01/2025
  • Chi siamo
  • Contatti

NEWSLETTER

  • NEWSLETTER
16/05/2025
  • Login
  • Registrati
No Result
View All Result
  • Italiano
    • English
    • Español
    • Français
    • Deutsch
    • Polski
    • српски
    • Русский
    • Hrvatski

Navigation Button Donate

  • Dona ora
International Family News Network (IFN)
  • Home
  • Editoriali
  • Vita
  • Famiglia
  • Cultura
  • Politica
  • Spettacoli
  • Scienza
  • Petizioni
  • NEWSLETTER
  • Dona ora
International Family News Network (IFN)
  • Home
  • Editoriali
  • Vita
  • Famiglia
  • Cultura
  • Politica
  • Spettacoli
  • Scienza
  • Petizioni
  • NEWSLETTER
  • Dona ora
No Result
View All Result
International Family News Network (IFN)
No Result
View All Result

La famiglia al centro. Lo chiede l’economia, subito

La denatalità non è la conseguenza della stagnazione economica dell'Italia. Ne è la causa

Maurizio Milano di Maurizio Milano
02/03/2020
in Famiglia
255
Reading Time: 4 mins read
0

Photo by Markus Spiske on Unsplash.com

Share on FacebookShare on WhatsAppShare on TelegramShare on TwitterShare on WeChat

Last updated on marzo 3rd, 2020 at 09:55 am

“Le famiglie non fanno più figli”, si dice, aggiungendo subito “per colpa della crisi economica”, motivo per cui “la soluzione sta nell’adozione di politiche assistenziali”. Ma è davvero così? Che la crisi in corso non aiuti a mettere su famiglia è un dato di fatto; che la famiglia non sia tra le priorità, per così dire, dei governi italiani degli ultimi decenni, altrettanto. Eppure, se si studiano i dati, si nota come il crollo demografico nel nostro Paese incominci ben quarant’anni orsono, all’inizio degli anni 1980, per effetto della rivoluzione culturale del Sessantotto che ha sferrato colpi mortali alla famiglia: dall’introduzione del divorzio nel 1970 alla riforma del diritto di famiglia nel 1975 che colpisce la figura del padre, dall’introduzione dei mezzi contraccettivi alle derive femministe, dalla legge sull’aborto nel 1978 al relativismo morale generalizzato, dalla diffusione delle droghe alla crescente perdita di fiducia nel futuro. A partire dagli anni 1970 la società italiana si è cioè sempre più sfilacciata, divenendo progressivamente “liquida” e atomizzata: una “società” di persone sempre più sole, sempre più anziane, sempre più indebitate, sempre più sfiduciate.

I numeri non sono certo tutto, ma aiutano a inquadrare la problematica: il tasso di natalità (ovvero il numero di nati ogni 1000 abitanti) passa dal 16,8 del 1971 all’11,1 nel 1981 per scendere ancora a ridosso del 9,5 nel ventennio 1991-2011 e precipitare nel 2019 al 7,3. La grande crisi economico-finanziaria mondiale iniziata negli anni 2007-2008 ha certamente contribuito negativamente, ma la tendenza italiana al ribasso è in essere da oltre 40 anni. Nel 1964, all’apice della natalità, nel nostro Paese nacquero 1 milione e 35mila bimbi. Nel 2019 l’Italia è crollata a 435mila, con un saldo naturale “nati” meno “morti” pari a -212mila unità. Con soli 1,29 figli per donna, lo Stivale è ben al di sotto del “tasso di sostituzione”, quello che serve per mantenere stabile una popolazione, tasso che è pari a 2,1. L’Italia detiene insomma il triste record negativo della natalità in Europa e il ricambio naturale della popolazione appare sempre più compromesso. L’aborto di Stato, che dal 1978 ha mietuto oltre 6 milioni di vittime, e le derive eutanasiche degli ultimissimi anni, configurano dunque un vero e proprio suicidio demografico.

Aumentano i pensionati, aumentano i costi

Per di più il crollo delle nascite si è accompagnato a un innalzamento costante della speranza di vita, andando a sbilanciare ancor di più la struttura demografica e trasformando la “piramide demografica” naturale in una sorta di “fungo”. L’età media è salita a 45,7 anni: l’“indice di vecchiaia”, che misura il rapporto tra gli ultrasessantacinquenni e il numero dei giovani fino ai 14 anni, nel 1981 era 61,7 e nel 2019 è balzato a 173,1 anziani ogni 100 giovani. La popolazione italiana, dicono gli statistici demografici, è regressiva, sta implodendo: si chiudono asili e scuole, si aprono case di riposo.

La piramide demografica dell’Italia è oramai ridotta a un “fungo”

In aggiunta, negli ultimi lustri, i più anziani della generazione dei baby boomer (i nati nel periodo 1945-64) hanno cominciato ad andare in pensione, contribuendo anche all’aumento delle esigenze e dei costi dell’assistenza sanitaria. Contemporaneamente la contrazione demografica progressiva ha fatto assottigliare sempre più la componente giovanile della cosiddetta “P.e.l.”, la “Popolazione in età lavorativa”, vale a dire le persone di età compresa fra i 15 e i 64 anni. Conseguenza: sempre meno persone lavorano e sempre più sono le persone in pensione, e queste presentano esigenze crescenti di assistenza sanitaria. Uno squilibrio evidente.  

I crescenti costi pensionistici e sanitari, nonostante il calo quali-quantitativo delle prestazioni fornite, vengono così a gravare su una base produttiva in contrazione, richiedendo prelievi fiscali e oneri contributivi e previdenziali sempre più gravosi. Il risultato finale è quello di minare la competitività del sistema economico-finanziario, mettendo in dubbio la tenuta del sistema di Welfare State e del sistema pensionistico, così come li conosciamo. Si produce anche il paradosso che, a causa della grande contrazione economica indotta dal crollo della produttività, i giovani, pur essendo pochi, faticano a trovare un lavoro in linea con la propria formazione: il precariato aumenta, e anche questo non va certamente a favore della natalità e della famiglia.

Serve un “anti-Sessantotto”

Al quadro demografico sfavorevole c’è da aggiungere una caratteristica che, negli ultimi decenni, accomuna l’evoluzione sociale di tutti i Paesi avanzati: tutti, senza eccezioni, hanno supportato la crescita indebitandosi sempre più, non solo per finanziare gli investimenti, ma anche – in Italia soprattutto – per coprire la spesa corrente, cioè per alimentare i consumi artificialmente. Un modo, cioè, per vivere al di sopra dei propri mezzi, rinviando alle generazioni future il problema. Un escamotage che ha funzionato finché la tendenza demografica favorevole sosteneva questa crescita economica aiutata.

Ma, con l’involuzione demografica registrata negli ultimi decenni, il paradigma della “crescita a debito”, già squilibrato di per sé, è andato in crisi ovunque nel mondo. Se le cause della crisi in atto sono “reali”, non saranno certamente le politiche monetarie ultra-espansive delle Banche centrali o i green new deal dei governi a invertire tendenza.

Anche se la crisi economico-finanziaria non aiuta certamente a metter su famiglia, la denatalità non è però una conseguenza della crisi stessa, bensì una tra le sue cause remote e strutturali più importanti. Causa, questa, che continuerà a pesare nei decenni a venire, vista la persistenza delle tendenze demografiche. Le proiezioni dell’ISTAT per il 2050 ipotizzano infatti una diminuzione della popolazione italiana, in assenza di flussi migratori netti, dell’ordine di 2,2 milioni di persone, con ulteriore incremento degli anziani e contrazione delle persone in età lavorativa.

Insomma, l’Italia è giunta al redde rationem. Per invertire la tendenza non servono, quindi, politiche assistenzialistiche estemporanee, ma occorre rimettere la famiglia al centro, riconoscendola come soggetto fondante della vita culturale, economica, sociale e politica del Paese. Politiche strutturali pro family, seppur necessarie e urgenti, non sono comunque sufficienti. Occorre anzitutto andare alla radice delle cause profonde del declino in atto, che sono di tipo antropologico e morale. Occorre, insomma, una “contro-rivoluzione culturale”, un “anti-Sessantotto” per così dire, che inverta le tendenze mortifere sul piano culturale, legislativo, sociale, politico ed economico dell’ultimo mezzo secolo.

Tags: DemografiaEconomiainvecchiamentopensionitasso di sostituzione
Maurizio Milano

Maurizio Milano

Maurizio Milano, laurea in Economia nel 1994 con il professor Sergio Ricossa con una tesi su La crisi del Welfare State e dello stato-imprenditore in Italia alla luce della dottrina sociale della Chiesa, coltiva studi di filosofia, teologia ed economia nella prospettiva cattolico-tomista e della Scuola austriaca dell’economia. Professionalmente si occupa di analisi dei mercati finanziari e di consulenza per investimenti. Collabora con il sito dell’associazione Alleanza Cattolica e con il quotidiano La nuova Bussola Quotidiana.

Commenti su questo articolo

I più letti


    IFN – International Family News Network

    © 2022 IFN – International Family News - All Rights Reserved.

    Link diretti

    • Chi siamo
    • Contatti
    • Privacy Policy

    Seguici

    Welcome Back!

    Login to your account below

    Forgotten Password? ISCRIVITI

    Create New Account!

    Fill the forms below to register

    All fields are required. Log In

    Retrieve your password

    Please enter your username or email address to reset your password.

    Log In
    Newsletter
    No Result
    View All Result
    • Home
    • Editoriali
    • Vita
    • Famiglia
    • Cultura
    • Politica
    • Spettacoli
    • Scienza
    • Petizioni
    • NEWSLETTER
    • Dona ora

    • en English
    • it Italiano
    • es Español
    • fr Français
    • de Deutsch
    • pl Polski
    • sr српски
    • ru Русский
    • hr Hrvatski
    • Login
    • ISCRIVITI

    © 2022 IFN – International Family News - All Rights Reserved.