La Corte Suprema del Brasile sostiene i simboli cristiani negli edifici pubblici

La Corte Suprema del Brasile ha confermato una decisione che consente ai crocifissi e ad altri simboli religiosi di rimanere esposti negli edifici pubblici. La controversia è iniziata nel 2009, quando un cittadino ha sostenuto che la presenza di un crocifisso nella Sala Plenaria del Tribunale Elettorale Regionale dello Stato di San Paolo violava i principi costituzionali della libertà di credo e della laicità dello Stato. Nonostante il sostegno del Procuratore federale, il caso del cittadino non ha avuto successo nel processo iniziale e in appello. Quando la controversia è stata portata davanti alla Corte Suprema, il ricorrente ha affrontato l’opposizione dell’Associazione Nazionale degli Avvocati Evangelici e della Conferenza Brasiliana dei Vescovi Cattolici. Il tribunale ha giustificato la presenza di simboli cristiani negli edifici pubblici come parte delle tradizioni culturali del Paese, risalenti all’epoca coloniale. Secondo il tribunale, la rimozione di tali simboli potrebbe mettere in discussione numerose festività pubbliche e persino i nomi di strade, piazze, luoghi pubblici e scuole che riflettono l’eredità cristiana del Brasile. Il tribunale ha stabilito che questi simboli non infrangono alcun principio, purché il loro scopo sia una rappresentazione della tradizione culturale della società brasiliana. A sostegno della sentenza, il giudice Cristiano Zanin ha citato la decisione “Lautsi” della Corte Europea dei Diritti Umani del 2011. La sentenza europea ha permesso di continuare a esporre i crocifissi nelle scuole pubbliche in Italia. Zanin ha concluso che la presenza di simboli religiosi negli spazi pubblici non compromette l’imparzialità degli amministratori o dei giudici, né viola la libertà degli individui di aderire, rinunciare o non avere una religione.

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