L’ONU è diventato un club di pedofili? Perché raccomanda la liberalizzazione del sesso con i minori?

Sembrano suggerire che la pedofilia potrebbe essere normalizzata, quanto meno sopportata e non punita quando c’è ‘il consenso infantile’.

Un rapporto scioccante pubblicato da ‘esperti giuristi internazionali’ e sostenuto dalle Nazioni Unite apre le porte alla normalizzazione di ogni fantasia sessuale con i minori, un inquietante ritorno alle peggiori e più macabre fantasie comuniste del ’68. La Commissione Internazionale dei Giuristi, con sede a Ginevra, ha scritto a marzo, con l’aiuto di UNAIDS e dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che la condotta sessuale che coinvolge persone al di sotto dell’età minima prescritta a livello nazionale può essere consensuale di fatto, se non di diritto. Una sottile e chiara apertura ‘di fatto’ alla pedofilia e alla libertà sessuale adulti-bambini. 

Il rapporto, pubblicato con l’occasione di celebrare la ‘Festa delle Donne’, si intitola “I principi dell’8 marzo per un approccio basato sui diritti umani”. Il documento non chiede esplicitamente di depenalizzare il sesso tra adulti e minori ma, allo stesso tempo, afferma che i bambini minori di età hanno sia la capacità che il diritto legale di prendere decisioni sessuali. Secondo le Nazioni Unite, dunque, i bambini possono acconsentire al sesso con gli adulti. Il rapporto non propone un’età suggerita per il consenso sessuale anche se le raccomandazioni, un tempo impensabili, sembrano suggerire che la pedofilia potrebbe essere normalizzata, quanto meno sopportata e non punita quando c’è ‘il consenso infantile’. Forse all’ONU non sanno ancora quanto e come i bambini siano condizionabili dagli adulti? Questo orrendo rapporto delle Nazioni Unite non solo apre chiaramente la porta principale per la legalizzazione della pedofilia, ma spalanca anche il sesso, ogni tipo di sesso, tra gli stessi minori d età, dando sostanza giuridica internazionale all’dea folle delle ‘comuni comuniste’ che dal 1960 agli anni ’70 hanno costellato la vita di diverse città e gruppi comunisti in Europa e nel mondo intero, nei quali sesso, droga e musica erano il viatico della piena anarchia e libertinaggio.

La Commissione internazionale dei giuristi che ha scritto il rapporto Onu è chiaro su questo punto: “In questo contesto [storico e sociale], l’applicazione del diritto penale dovrebbe riflettere i diritti e la capacità delle persone di età inferiore ai 18 anni di prendere decisioni in merito all’assunzione di comportamenti sessuali consensuali e il loro diritto di essere ascoltati nelle questioni che li riguardano…In base alle loro capacità evolutive e alla loro progressiva autonomia, le persone di età inferiore ai 18 anni dovrebbero partecipare alle decisioni che le riguardano, tenendo in debito conto la loro età, la loro maturità e il loro diritto di essere ascoltate”. “Le persone di età inferiore ai 18 anni dovrebbero partecipare alle decisioni che le riguardano, tenendo in debito conto la loro età, la loro maturità e il loro migliore interesse”. Sarà un caso che il principale coordinatore del team di giuristi internazionali che ha lavorato per questo rapporto sia un notissimo gay? “Per aver lavorato a lungo nella legge e come uomo orgogliosamente gay, conosco profondamente il modo in cui il diritto penale segnala quali gruppi sono considerati degni di protezione – e quali di condanna e ostracismo”, ha scritto il giudice in pensione Edwin Cameron della Corte Costituzionale del Sudafrica nella prefazione del rapporto, aggiungendo che in questo modo, il diritto penale svolge una funzione espressiva e ha conseguenze drammatiche sulla vita delle persone. A volte comporta un impatto duramente discriminatorio sui gruppi identificati con la condotta disapprovata o stigmatizzata”.

Ancor più inaccettabile per chiunque sia cittadino in qualunque paese del mondo è che questo gruppo di ‘esperti sia stato pagato da tutti noi “lungo un processo consultivo di cinque anni, a seguito di un primo incontro di esperti giuristi convocato nel 2018 dalla ICJ – insieme al Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS (UNAIDS) e all’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani (OHCHR) – per discutere il ruolo dei giuristi nell’affrontare l’impatto negativo sui diritti umani di alcune leggi penali”. Non l’ONU ma tutti noi siamo colpevoli di quello che sta e potrebbe accadere ed esserci imposto da Ginevra a New York, noi dobbiamo chiedere e saper scegliere politici che ci rappresentino e si oppongano, sino a tagliare finanziamenti, ad un’organizzazione internazionale così intimamente corrotta e malvagia.

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