Gli abortisti negli Stati Uniti d’America hanno da tempo un nemico: l’«Emendamento Hyde». Si tratta di una norma ‒ dal nome del deputato cattolico Repubblicano Henry Hyde (1924-2007) ‒ che proibisce l’uso di fondi federali per finanziare l’aborto: introdotto nel 1976, vi è stata la necessità di representarlo ogni anno fino al 2017, quando è diventato definitivo. Per decenni, insomma, grazie all’«Emendamento Hyde», è stato impedito che il denaro dei contribuenti servisse per sopprimere bimbi vivi nel grembo materno.
La minaccia Biden
Da quando però alla Casa Bianca è arrivato il Democratico Joe Biden l’emendamento è in pericolo serio. Tant’è che, nel novembre 2020, la Conferenza episcopale carttolica degli Stati Uniti (CVCS) aveva annunciato la creazione di uno speciale gruppo di lavoro, guidato da mons. Allen Vigneron, arcivescovo di Detroit, che preparasse i vescovo all’eventualità di un Biden presidente descrivendolo ‒ riportava Vatican News ‒ come persona «[…] che promuoverà politiche contrarie ad alcuni valori fondamentali cari ai cattolici». Fra queste, affermava il presule, «il ripudio dell’Emendamento Hyde».
L’opposizione di Manchin
Ora, come riporta il portale d’informazione quotidiana Politico, Joe Manchin, senatore Democratico pro life, sta mettendo in crisi seria i piani del proprio partito. Come si legge sul portale, «i Democratici, che lottano per mantenere la propria maggioranza risicata in entrambe le Camere, oggi non hanno i voti per abrogare dell’emendamento Hyde, e questo non solo a causa dell’opposizione generale dei Repubblicani, ma anche perché pure il senatore Joe Manchin e altri senatori Democratici si oppongono alla revoca di quel divieto».
L’emendamento resiste
«È ora che il Congresso metta fine all’emendamento Hyde una volta per tutte», fa intanto sapere la Planned Parenthood. Tuttavia, nonostante Biden si sia pronunciato con forza contro di esso, il capo dell’Ufficio del Bilancio della Casa Bianca non ha affatto contestato, in punta di diritto, la posizione Repubblicana.
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