Dal 1° gennaio 1968 la Chiesa celebra una Giornata mondiale per la pace. Sono cominciate tante cose in quell’anno, che segna anche un cambiamento epocale e, soprattutto, l’esplosione di una rivoluzione antropologica che ha devastato due generazioni. La guerra non si è più riproposta come in occasione dei due conflitti mondiali, ma in tanti conflitti locali e regionali, inaugurando la terza guerra mondiale “a pezzi”, come spesso ricorda il Santo Padre Francesco. Ma, soprattutto, nel 1968 si manifesta una guerra particolare, che ha come obiettivo l’uomo, la sua natura e lo scopo della sua vita. Da quell’epoca cambiano radicalmente i motivi per cui gli uomini vivono: nascere ed essere educati dentro una comunità, lavorare per farsi una famiglia, riconoscere il debito nei confronti delle generazioni che ci hanno preceduto diventano principi sempre più obsoleti. Si nasce e ci si sposa sempre meno, secondo una riduzione demografica costante di anno in anno, e nel frattempo scompaiono i principali punti di riferimento nella vita della maggioranza degli uomini delle comunità nazionali, almeno in Occidente: la sacralità della vita, la centralità della famiglia, le certezze della religione.
Per questo Papa Francesco ha ricordato un punto fondamentale a proposito della pace, incontrando la Curia romana per gli auguri natalizi il 22 dicembre 2022: la pace «comincia nel cuore di ciascuno di noi. Mentre soffriamo per l’imperversare di guerre e violenze, possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo alla pace cercando di estirpare dal nostro cuore ogni radice di odio e risentimento nei confronti dei fratelli e delle sorelle che vivono accanto a noi».
Può sembrare il solito discorso buonista, ma in realtà è quello che può fare concretamente ciascuna persona. Non significa voltarsi dall’altra parte e non vedere e giudicare i conflitti: le guerre ci sono in tutti i continenti e da quest’anno anche in Ucraina, in Europa; il Papa non ha mai smesso di dire la verità su questa guerra, su chi invade e chi viene invaso, evocando il diritto alla legittima difesa. Ma non ha mai neppure smesso di supplicare i potenti del mondo di “cercare la pace” facendo tacere le armi e liberando il popolo ucraino dal peso insopportabile dell’assedio cui è sottoposto dal 24 febbraio 2022. Ma oggi ripete a ciascuno di noi, chiedendoci di essere concreti perché l’amore non sta nelle parole ma nei fatti, come ricorda S. Ignazio negli Esercizi spirituali: comincia da te stesso a cercare la pace dentro il tuo cuore, liberandoti da ogni forma di odio e di rancore, anche nei confronti di chi ti vuole male.
Se messi in pratica, sarebbero importanti passi avanti sulla via della pace, per noi stessi e per il nostro benessere spirituale, ma anche per la cessazione della guerra in Ucraina e altrove.
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