Mentre sul sito web Politics.co.uk Carla Lockhart, deputata nel parlamento del collegio di Upper Bann, appartenente al Partito Unionista Democratico dell’Irlanda del Nord, ribadiva allarmata il pericolo rappresentato dalla normativa «d’emergenza» dovuta al CoVid-19, in vigore nel Regno Unito da quasi due anni e che permette l’aborto “a domicilio”, vale a dire l’assunzione a casa e senza reale controllo medico della «kill pill» che serve per abortire.
Mentre anche «iFamNews» per questo e altri motivi auspicava che il governo britannico, trovandosi proprio in questo periodo ad assumere decisioni dirimenti rispetto a tale politica, facesse la scelta giusta e vi ponesse fine al più presto.
Mentre la speranza, il buon senso, la logica e l’evidenza andavano insieme a braccetto in tale direzione, i giochi, però, nella pratica erano già fatti.
La parlamentare Maggie Throup, infatti, sottosegretario di Stato per i vaccini e la sanità pubblica, a nome del dipartimento per la Salute e l’Assistenza sociale ha annunciato«[…] una proroga di sei mesi alle disposizioni temporanee per la fornitura di aborto farmacologico precoce messe in atto durante la pandemia di CoVid-19. Il governo porrà fine alla normativa temporanea messa in atto all’inizio della pandemia, che consente alle donne di assumere a casa entrambe le pillole per l’aborto farmacologico precoce fino a 10 settimane di gestazione. La normativa temporanea scadrà alla mezzanotte del 29 agosto 2022. Da quel momento, verranno ripristinati i requisiti normativi pre-CoVid per l’erogazione dell’aborto farmacologico precoce. […] Tale misura, tuttavia, sarà mantenuta sotto stretto controllo».
Se ciò vale per l’Inghilterra, che comunque non sta abrogando, bensì prorogando di ben sei mesi una normativa teoricamente temporanea, la quale oltre a provocare certamente la morte dei bambini nel grembo mette a rischio anche la salute e la sicurezza delle madri, non vale invece per il Galles, dal momento che nel Regno Unito la regolamentazione dell’aborto è indipendente e separata per Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord.
Il governo gallese, dunque, ha annunciato che renderà disponibile in via permanente l’aborto farmacologico domiciliare “fai da te”, e ciò nonostante il fatto che le risposte alla consultazione pubblica relativa a tale questione si oppongano per il 75% a tale politica e a quanto annunciato dal governo per l’Inghilterra.
Il ministro della Sanità del governo del Galles, Eluned Morgan, dando tale annuncio ha altresì dichiarato di essere «[…] soddisfatto che gli accordi siano ormai certi» e ha continuato affermando che i «[…] benefici per il SSN sono ugualmente significativi, con un numero ridotto di appuntamenti richiesti».
Ah, ecco. La questione è sempre la medesima e certamente non riguarda né la salute né la sicurezza delle donne, tantomeno quella dei bambini nel grembo: riguarda il denaro.
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