Un recente rapporto parlamentare del Giappone ha messo in luce la storia oscura delle precedenti leggi eugenetiche del Paese, rivelando che circa 25.000 persone sono state sottoposte a sterilizzazioni forzate, la maggior parte delle quali non ha dato il proprio consenso. È scioccante che alcune delle vittime fossero bambini di nove anni, che credevano di ricevere un trattamento medico legittimo.
Le leggi sull’eugenetica sono state promulgate dal 1948 al 1966 e hanno preso di mira le persone con disabilità intellettuali, malattie mentali o disordini ereditari, in quanto il governo ha cercato di impedire la nascita di quelli che considerava bambini “inferiori”. Queste leggi erano anche guidate dal desiderio di combattere la scarsità di cibo dopo la Seconda Guerra Mondiale, riducendo i tassi di popolazione. Sebbene la legislazione si sia conclusa nel 1966, la propaganda eugenetica ha continuato a circolare, con un libro di testo per le scuole superiori degli anni ’70 che ancora pubblicizza gli sforzi del governo per migliorare la predisposizione genetica del pubblico.
Un rapporto precedente, condotto diversi anni fa, ha fatto luce su casi in cui persone sorde sono state costrette a subire aborti e sterilizzazioni, anche se il numero di persone colpite era significativamente più piccolo all’epoca. Il recente rapporto riconosce la portata sconcertante del problema, con 25.000 vittime che si sono fatte avanti.
In risposta alle rivelazioni, il Segretario di Gabinetto Hirokazu Matsuno ha presentato delle scuse pubbliche a nome del governo giapponese. Nel 2019, è stata approvata una legge per risarcire le vittime, con un importo fisso di 3,2 milioni di yen (circa 22.000 dollari) per persona. Tuttavia, alcuni sostengono che questa somma sia inadeguata, e ci sono richieste di riesaminare la legge sul risarcimento per fornire un’equa riparazione.
Sebbene il rapporto sia stato lodato, gli avvocati che rappresentano le vittime affermano che ci sono ancora domande senza risposta da parte del governo. Sottolineano la necessità di trasparenza e di una comprensione completa, esortando la legislatura ad affrontare le ragioni alla base della creazione della legge, il significativo ritardo nella sua modifica e la mancanza di risarcimento per le vittime.
Una vittima anonima, oggi ottantenne, che è stata sterilizzata all’età di 14 anni, ha espresso la speranza che il Governo prenda sul serio la sua sofferenza e gestisca la questione con trasparenza, invece di nasconderla. Il rapporto segna un passo importante verso il riconoscimento delle atrocità commesse nell’ambito delle leggi sull’eugenetica, ma c’è ancora molto lavoro da fare per garantire la giustizia e impedire che una simile tragedia si ripeta.
Commenti su questo articolo