Una decina di giorni or sono i parlamentari ungheresi hanno approvato una legge che include una norma che consente ai cittadini di denunciare, anonimamente, le coppie omosessuali che allevano bambini. Il testo specifica che gli ungheresi possono denunciare coloro che contestano il “ruolo costituzionalmente riconosciuto del matrimonio e della famiglia” e coloro che contestano il diritto dei bambini “a un’identità appropriata al loro sesso alla nascita”. La Costituzione del Paese afferma che l’istituzione del matrimonio è “tra un uomo e una donna” e riconosce che “la madre è una donna, il padre un uomo”. L’approvazione di questa legge arriva dopo che la Corte Costituzionale ungherese aveva emesso una sentenza a febbraio scorso, nella quale si riafferma il divieto al riconoscimento legale del cambio di ‘genere’ da parte delle persone transgender.
All’inizio del mese anche la Germania e la Francia si sono unite ad altri Stati membri dell’UE nella causa della Commissione europea per una legge ungherese anti pedofilia e che Commissione e gruppi LGBTI considerano contraria alle loro pretese e privilegi. Sono 14 Stati membri dell’UE hanno aderito alla causa: Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Danimarca, Portogallo, Irlanda, Spagna, Malta, Austria, Svezia, Slovenia, Finlandia e ora Francia e Germania. Alla denuncia della Commissione e dei tanti paesi europei contro l’Ungheria, si contrappone anche una contro denuncia di Budapest verso l’ingerenza della Commissione.
Nonostante sia stata eletta con i voti della coalizione di governo, dove ha guidato il Ministero e le politiche pro family e ha condiviso la lotta culturale contro le lobbies LGBTI, la presidente ungherese Katalin Novak ha posto il veto sulla legge, invitando il parlamento a eliminare un paragrafo controverso che renderebbe legale la denuncia anonima nei confronti delle coppie LGBTI che hanno figli. Secondo la presidente ungherese Katalin Novak, in una lettera all’Assemblea nazionale del 21 aprile, questo va oltre il recepimento del diritto dell’UE, poiché il controverso capitolo “non rafforza, ma piuttosto indebolisce la protezione dei valori fondamentali”. Secondo Bloomberg, i legislatori possono ancora annullare il veto di Novak..
In ogni caso, la determinazione della maggioranza politica e parlamentare e dello stesso Presidente della Repubblica Novak nel difendere i diritti dei genitori, nel proteggere i bambini da indottrinamenti e condizionamenti LGBTI e nel preservare le fondamentali radici cristiane e umane della famiglia naturale fondata su matrimonio di uomo e donna e aperta alla vita, non si possono mettere in dubbio. Si illudono le riviste della sinistra mondialista (Politico) e delle lobbies LGBTI (Blade o PInkNews) nel vedere spaccature definitive su questi temi e valori nel mondo politico ed istituzionale ungherese. La presidente Novak, il Parlamento e il Governo, ognuno nel rispetto istituzionale e nel pieno ossequio dei poteri costituzionali, promuoveranno soluzioni intelligenti e profetiche, come già in passato si è dimostrato nelle politiche famigliari.