La cristianofobia aumenta con il CoViD-19

Il rapporto di «Porte Aperte». Delmastro (FdI): «Stop trattati con persecutori»

Image from Wikimedia Commons

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Last updated on Gennaio 29th, 2021 at 07:17 am

Nel mondo post-CoViD-19 è andato tutto male sul fronte della persecuzione dei cristiani. Lo dicono i numeri pubblicati sulla World Watch List 2021, presentata ieri alla Camera dei Deputati dalla Ong «Porte Aperte». Cresce l’odio nei confronti dei seguaci di Cristo: oltre 340 milioni di loro sperimentano un livello alto di persecuzione e discriminazione (1 cristiano su 8). E salgono da 260 a 309 milioni coloro che sperimentano un livello definito «molto alto o estremo» di persecuzione. Segno più anche per quanto riguarda gli omicidi: 4.761 i cristiani uccisi per motivi legati alla fede.

«Gli ultimi della fila»

Cristian Nani, direttore di «Porte Aperte» Italia, ha evidenziato come l’emergenza sanitaria abbia esacerbato la vulnerabilità delle minoranze cristiane, offrendo il pretesto per discriminazioni ulteriori. «Sono aumentate, per esempio, le violenze domestiche». Nani pone del resto l’accento sulle donne convertite al cristianesimo, malgrado l’opposizione dei familiari, che in questo periodo di restrizioni sono state costrette a un confinamento deleterio. Il responsabile della Ong racconta quindi come in alcuni Paesi, per esempio l’India, durante la crisi in atto i cristiani siano stati cacciati dai centri di distribuzione degli aiuti, riducendo allo stremo famiglie intere. «Vengono considerati gli ultimi della fila», dice evocativamente Nani.

Nazionalismo religioso

L’India, come la Turchia, vive peraltro una fase di recrudescenza del nazionalismo religioso, denuncia la Ong, altra spia, questa, della difficile situazione dei cristiani, plasticamente rappresentata dalla trasformazione, a Istanbul, della cattedrale di Santa Sofia di nuovo in moschea. Ma non è soltanto una questione di simboli. Sulla Turchia «Porte Aperte» fa pendere l’accusa di «avere introdotto in Libia più di 4mila jihadisti siriani». E il Paese nordafricano, a pochi chilometri dalle coste siciliane, è diventato uno dei luoghi più pericolosi per i cristiani.

Africa terra di massacri

Il terrorismo islamico è una delle principali fonti di persecuzione dei cristiani. Il fenomeno, rileva Nani, «cresce nell’Africa sub-sahariana», come dimostrano le posizioni scalate, nella classifica della World Watch List, da Paesi come Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Kenya, Camerun e Nigeria, dove imperversano Fulani, Boko Haram e il gruppo fuoriuscito da esso, lo Stato Islamico dell’Africa Occidentale (ISWAP). 8 nazioni africane figurano nella top 10 dei Paesi con più uccisioni di cristiani. In generale, crescono del 60% gli omicidi di cristiani in odio alla fede.

Distopia

E non c’è riparo nelle nuove tecnologie, anzi. In Cina, denuncia l’Ong, «per i suoi 97 milioni di cristiani, il costo delle pesanti restrizioni è alto». Nel rapporto si fa riferimento a «sistemi di sorveglianza che li riesce a raggiungere sin dentro casa, monitorando le interazioni online e offline, e persino la scansione facciale nel database della Pubblica Sicurezza». Dei circa 570 milioni di telecamere a circuito chiuso installate in Cina, milioni avrebbero un avanzato software di riconoscimento facciale collegato al «Sistema di Credito Sociale». Il quale «monitora anche la “lealtà” percepita e qualsiasi dissenso dal credo comunista». Sistemi di sorveglianza sarebbero in vigore anche in India, dove appartenenti a minoranze religiose temono che alcune app «possano avere funzioni differenti rispetto a quelle dichiarate», ovvero combattere il CoViD-19.

Trattati bilaterali

Sul triste podio dei Paesi che perseguitano di più, «Porte Aperte» mette nell’ordine Corea del Nord, Afghanistan e Somalia. Seguono Libia, Pakistan, Eritrea, Yemen, Iran, Nigeria, India, Iraq. Nel corso della presentazione di ieri è intervenuto Andrea Delmastro, deputato di Fratelli d’Italia e presidente dell’Intergruppo parlamentare per la difesa della libertà religiosa dei cristiani nel mondo. «Riteniamo fondamentale inserire il tema del rispetto delle minoranze religiose in ogni trattato bilaterale che coinvolge l’Italia», dichiara. «Dobbiamo pretendere maggiore rispetto della libertà religiosa perché difendere la cristianità vuol dire difendere la libertà religiosa e, per il tramite della libertà religiosa, difendere tutte le altre libertà».

Flebili luci

È andato tutto male per i cristiani perseguitati, si diceva. O quasi. La World Watch List 2021 annovera anche qualche notizia positiva: il Sudan ha abolito la pena di morte per apostasia e in Iraq un gruppo di giovani musulmani ha ripulito, dal 2017, chiese e case distrutte dall’ISIS, dicendo di voler così incoraggiare i cristiani sfollati a tornare nel Paese. Flebili luci nella notte.

Image source: Buergbrennen 02 Bivels Luxembourgphoto by Armand Wagner from Wikimedia Commons, self-published work, licensed by CC-BY-3.0

La sala stampa della Camera dei deputati, sede della presentazione

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