È una stretta severa alla pratica barbarica dell’«utero in affitto» il testo base della legge a firma Giorgia Meloni che la Commissione Giustizia della Camera dei deputati ha deciso di adottare per considerare finalmente quella scempio un reato universale. Lo ha annunciato la relatrice Carolina Varchi, di Fratelli d’Italia (FdI). Ed è una vera e propria vittoria del Centrodestra (Forza Italia, Lega e Coraggio Italia) che ha votato compatto con FdI contro gli orientamenti di Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico.
In sede di proposta di emendamenti la Lega ha proposto modifiche atte a inasprire le pene e a rendere inutili gli escamotage con cui oggi si cerca di sfuggire alla legge, per esempio attraverso le trascrizioni all’anagrafe di bambini nati all’estero da «utero in affitto».
L’on. Simona Baldassare, eurodeputato e Responsabile del Dipartimento famiglia della Lega, spiega come.
La Lega continua a battersi contro la «maternità surrogata» con emendamenti al testo base Meloni. In che direzione vanno le vostre proposte?
La Lega è molto impegnata su questo tema. Oltre a una mozione depositata in dicembre e una proposta di legge a firma Matteo Salvini, depositata in Senato in aprile, ci siamo attivati interessando anche i cittadini italiani attraverso una proposta di legge d’iniziativa popolare e coinvolgendo le organizzazioni impegnate su questo fronte. Con gli emendamenti presentati ora dai deputati leghisti nella Commissione Giustizia della camera, vogliamo ribadire alcuni punti precisi: rendere la surrogazione della maternità un reato anche per chi lo commette all’estero, consentire le intercettazioni telefoniche e le misure cautelari restrittive della libertà per chi commette il reato, e aumentare le pene.
Altra cosa molto importante è la tutela del neonato da «utero in affitto». Chiediamo infatti l’intervento del Tribunale dei minori al fine di valutarne l’adottabilità. Vogliamo rendere lo sfruttamento delle «madri surrogate» perseguibile penalmente al pari della tratta di esseri umani e dello sfruttamento sessuale. Perché di questo si tratta: di una forma nuova di schiavitù.
Troppe volte la Legge 40 è stata aggirata, con trascrizioni all’anagrafe di bambini nati da «utero in affitto»: è un punto fondamentale e questo abuso va bloccato. La «gestazione per altri» è un attacco alla dignità umana, giacché il bambino che ne nasce viene trattato come un oggetto di scambio e il corpo della donna è trasformato in mero contenitore gestante. Si deve agire con tutti gli strumenti leciti per garantire i diritti dei più vulnerabili. Non possiamo più restare fermi a guardare: c’è bisogno di una legge che vieti questo mercato di donne e bambini.
Dopo la sentenza delle Sezioni Unite Civili della Cassazione n. 9006/2021, depositata il 31 marzo 2021, che consente permette la trascrizione all’anagrafe di un bambino nato da «maternità surrogata» riconosciuta in un altro Stato, nonostante in Italia la pratica sia vietata, gli abusi si moltiplicano. È questo fenomeno che volete colpire?
Sì, troppo spesso i bambini subiscono ingiustizie attuare attraverso la falsificazione della loro origine anagrafica. Per fermare questo escamotage mitrante ad aggirare la Legge 40 tra i nostri emendamenti ne proponiamo uno che prevede la punibilità dei pubblici ufficiali che compiano tali trascrizioni, con una pena ai sensi dell’articolo 567, comma 2, del Codice penale.
Matteo Salvini ha definito la pratica della «maternità surrogata» una forma di nazismo, come l’eugenetica del Terzo millennio…
Si, sono parole forti, ma purtroppo reali. L’eugenetica ‒ parola che venne usata per la prima volta nel 1883 dall’antropologo britannico Francis Galton (1822.1911) ‒ è quanto mai concreta. Galton la definiva la «scienza per il miglioramento della specie umana che dà alle razze e ai ceppi di miglior sangue una maggiore probabilità di prevalere sui meno dotati». Una selezione dei “migliori”, insomma, che oggi avviene sotto gli occhi di tutti, proprio tramite pratiche come l’«utero in affitto». Perché vengono selezionati gli embrioni migliori, i gameti femminili migliori, e questi sono impiantati in donne sane che gestiranno la gravidanza su commissione. Un vero e proprio mercato dell’umano. Se non è eugenismo questo, cosa lo è?
L’«utero in affitto» è un business di sei miliardi di euro l’anno: prevedete misure che vadano a colpire anche la committenza?
Assolutamente sì. Abbiamo proposto un emendamento che inserisca il termine «commissiona» nell’art. 12, com. 6, della Legge 40, dove già si colpisce «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza» la «maternità surrogata». Questo mercato bieco nasce infatti proprio dalla richiesta di acquirenti potenziali ed è quindi opportuno che chi commissioni l’«utero in affitto» sia punibile al pari a chi lo realizza e lo organizza.