Gli sdraiati (sul divano di mamma e papà)

Riflessione breve: adolescenti, famiglia, sessualità e costumi

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Last updated on Giugno 1st, 2021 at 04:58 am

Questa è una di quelle volte in cui il titolo dell’articolo è volutamente fuorviante. Per attrarre. O forse non lo è.

Gli sdraiati è il titolo di un libro di Michele Serra, da cui è stato tratto un film firmato nel 2017 dalla regista Francesca Archibugi e interpretato fra gli altri dagli attori italiani Claudio Bisio e Gigio Alberti. La trama prevede un amore fra ragazzini e molte complicazioni legate a famiglie complesse e, diciamolo, “disfunzionali”. I ragazzi sarebbero pertanto “sdraiati”, cioè passivi, abulici, apatici.

Lo spunto qui è invece un altro: lo suggerisce un articolo de IlSole24Ore di una decina di giorni fa sull’adultizzazione dei rapporti sentimentali fra ragazzini, che sfociano in relazioni “paramatrimoniali”, con il beneplacito dei genitori.

Sedicenni o diciassettenni che vivono rapporti di coppia che emulano quelli fra adulti, con tanto di spesa al supermercato fatta come sposini, divertimento a due in cucina preparando manicaretti, cenetta intima e infine… insomma, infine si trascorre la notte insieme. I genitori nell’altra stanza, tranquilli nel sapere i ragazzi “al sicuro”. Complici.

Il punto non è, ovviamente, il naturalissimo desiderio di due giovani innamorati di trascorrere assieme il proprio tempo, tutto il proprio tempo. Giulietta e Romeo sono solo due nomi famosi fra i tanti. Essere assoluti è privilegio dei giovani, dei folli e dei coraggiosi.

Il punto è invece l’avallo degli adulti. Adulti che fanno gli adolescenti, che non hanno né tempo né voglia di occuparsi di figli adolescenti per davvero che sfidano e che mettono a tema il tutto, e che pure preferiscono invece crogiolarsi nella tranquillità di frasi tipo “almeno in casa non può capitare nulla di male”.

Così però si cresce davvero? Si getta il cuore oltre l’ostacolo? Si pigliano piglio e coraggio? La giusta e sacrosanta opposizione alla generazione precedente, certo, quella che poi con il tempo si impara a considerare magari un poco eccessiva, che fine fa?

Tanguy è una pellicola francese del 2001 assolutamente esilarante. Racconta di un figlio ormai adulto, che lavora e che guadagna uno stipendio del tutto soddisfacente, il quale, però, per comodità, preferisce vivere in casa con i genitori, come ovvio invitando chi desidera. In fondo è casa sua. Genitori che non ne possono più e che desiderano con tutte le proprie forze che il “rampollo” prenda finalmente la propria strada. Niente spoiler, ma il film merita di essere visto. Il termine «Tanguy», peraltro, in Francia indica ormai per antonomasia questo tipo di personalità.

Tutti quindi avranno in casa un delizioso Tanguy. Ma se un detto popolare invita a non cercare un nuovo nido per chi è appena uscito dal guscio, men che meno parrebbe utile sfruttare il nido dei genitori.

Inutile stupirsi se i ragazzi sono poi “sdraiati”, cioè passivi, abulici, apatici. La responsabilità non è loro, è nostra.

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