Gli abusi possono spingere gli anziani al «suicidio assistito»

Un rapporto del governo australiano evidenzia un aumento dei casi di violenza domestica ai danni della terza età

Anziani

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L’anno scorso, il 16 settembre, il Queensland è diventato il quinto Stato della federazione australiana a legalizzare la «voluntary assisted dying» (VAD), cioè il cosiddetto «suicidio assistito», con 60 voti favorevoli in parlamento contro 29. In Australia solo lo Stato del Nuovo Galles del Sud non ha ancora proceduto in tal senso, ma anche lì il parlamento sta valutando di modificare la legislazione a proposito del fine vita in modo da rendere possibile il ricorso alla VAD.

Nel Queensland, intanto, la nuova legge dovrebbe entrare in vigore nel gennaio 2023 e legalizza il «suicidio assistito» per le persone maggiorenni che soffrono di una malattia in stadio avanzato, progressiva e terminale, e la cui morte naturale sarebbe prevista entro un anno. La legge prevede inoltre che siano in possesso di piene facoltà mentali e che debbano essere esaminate da due medici. Debbono anche richiedere formalmente la morte assistita tre volte nel corso di almeno nove giorni. 

Nonostante il tripudio delle associazioni pro-VAD, dei parlamentari favorevoli e del premier, Annastacia Palaszczuk, dichiaratamente schierata per il «suicidio assistito», però, le questioni che tale legislazione mette in campo sono numerose e cruciali.

Per esempio, un rapporto emesso in dicembre dall’Australian Institute of Family Studies (AIFS), organo del governo australiano, e pubblicato il 12 gennaio anche dalla Australian Care Alliance, organizzazione costituita nel 2018 e composta da personale sanitario, avvocati e attivisti, per contrastare qualsiasi pratica eutanasica nel Paese, evidenzia un aspetto che per il momento non era ancora stato considerato con la giusta gravità.

Le persone anziane, in Australia, sono sempre più spesso vittime di abusi. Un anziano sui sei lamenta di avere subito abusi nel corso degli ultimi dodici mesi.

Abusi fisici, abusi psicologici, abusi finanziari. Abusi perpetrati molto spesso in famiglia, prevalentemente dai figli maschi adulti, con la connivenza della partner, prevalentemente per ragioni economiche.

Abusi di cui queste persone, fragili e vulnerabili, si vergognano, e tendono perciò a tenere nascosti, anche per non creare difficoltà ai figli, benché essi siano i loro aguzzini.

Non è difficile immaginare lo stato d’animo rassegnato con cui questi anziani possano guardare al «suicidio assistito» come al male minore, come un modo per porre fine alla sofferenza, a un’età in cui la società intera non fa che ripetere e sottolineare quanto poca dignità abbia la loro vita.  

«Il profilo di età sempre della popolazione australiana è sempre più anziano», afferma il rapporto dell’AIFS, che aggiunge che «[…] si prevede che la fascia di età pari o superiore a 65 anni crescerà da 3,8 milioni a 8,8 milioni nei prossimi 25 anni».

Il numero degli anziani aumenta, le cure palliative pure efficaci richiedono lo stanziamento di fondi considerevoli, le generazioni successive aspettano con impazienza cinica l’eredità dei nonni: i conti si fanno velocemente.

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