Genocidio in Nigeria: interrogazione Pillon al ministro Di Maio

Prima che il mondo dimentichi in fretta il genocidio dei cristiani e per impegnare anche l’Italia

Il ministro Luigi di Maio. Image from Google Images

Di fronte ai gravissimi fatti che stanno insanguinando la Nigeria, dove i cristiani sono oggetto di genocidio, per evitare che la questione cada presto nel dimenticatoio e impegnare anche l’Italia, il senatore Simone Pillon ha depositato subito la settimana scorsa e presentato ieri un’interrogazione parlamentare al ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio. Eccone il testo.

Premesso che:

lo scorso 5 giugno a Owo, nello stato dell’Ondo, Sud Ovest della Nigeria, un commando di uomini armati ha fatto irruzione nella chiesa cattolica di San Francesco Saverio, durante la messa di Pentecoste, uccidendo circa 100 persone;

secondo alcune testimonianze raccolte dalla Bbc i terroristi avrebbero aperto il fuoco a 360 gradi, sparando all’impazzata, e avrebbero fatto esplodere alcuni ordigni all’interno dell’edificio, sparando inoltre anche contro le persone che si trovavano fuori di esso, uccidendo e ferendo;

tra le vittime del grave episodio di persecuzione si sono registrati anche donne e bambini;

non è purtroppo la prima volta che in Nigeria si verificano attentati contro i cristiani e i loro luoghi di culto, anzi stiamo assistendo a un vero e proprio stillicidio: solo nell’ultimo mese è stato rapito il capo della Chiesa metodista nigeriana con due pastori nel Sud Est del paese, nonché due preti cattolici nel Katsina, nel Nord del paese;

la situazione di violenza anticristiana dal Nord, dov’è sostanzialmente endemica, sta inoltre prendendo piede anche nel Sud della Nigeria;

considerata la gravità di quanto avvenuto a Owo, che non ha mancato di suscitare reazioni da parte di tutta la comunità internazionale, nonché dell’escalation di violenze di matrice anticristiana;

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo intende intervenire mettendo a disposizione risorse italiane e know-how, o attivare canali diplomatici per invitare il governo nigeriano a proteggere le comunità cristiane in modo più efficace e fattivo.

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