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Francia, non è detta l’ultima parola

Una battuta di arresto piena di speranza per la legge sulla bioetica

Barbara Santambrogio di Barbara Santambrogio
07/02/2021
in Politica
677
Reading Time: 3 mins read
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La Torre Eiffel, in bianco e nero, vista dal basso

Image by Walkerssk from Pixabay

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Last updated on aprile 6th, 2021 at 05:25 am

Che non si tratti di mettere la parola «fine» alla vicenda lo sa oramai pressoché chiunque. Che però la votazione avvenuta la settimana scorsa nel Senato della Repubblica di Francia possa rappresentare un freno e auspicabilmente un cambio di rotta per quanto riguarda la legge sulla bioetica nel Paese transalpino, questo è lecito sperarlo.

“iFamNew” ha seguito fin dalla scorsa estate l’iter di una legge controversa, complessa, su temi estremamente “sensibili”, che ha contrapposto sia i partiti politici della Destra e della Sinistra sia la gente comune, come hanno dimostrato le manifestazioni che si sono svolte a partire da ottobre e sino al 30 e 31 gennaio in molte città francesi.

Il 1° di agosto l’Assemblea Nazionale aveva approvato in seconda lettura il testo di legge, fortemente voluto e promesso in campagna elettorale dal presidente Emanuel Macron e dal suo compagno di partito Jean Louis Touraine (entrambi appartengono infatti a La République en Marche, LREM).

La Camera alta del Parlamento francese, fra il 2 e il 4 febbraio, ha respinto tutti gli emendamenti più controversi, dicendo no per esempio a:

  • la procreazione medicalmente assistita (PMA) eterologa, libera e rimborsata dal servizio sanitario nazionale per tutte le donne, comprese le single e le coppie omosessuali, definita dagli esponenti della Manif pur tous e dai senatori contrari alla legge «PMA senza padre»
  • la fecondazione post mortem
  • la creazione di embrioni chimera e di embrioni transgenici
  • la possibilità di aborto «[…] a qualsiasi settimana di gestazione» in situazioni di «[…] disagio psico-sociale»
  • la pratica della gestazione per altri (GPA), altrimenti detta «maternità surrogata» o «utero in affitto»

Al momento della discussione e della votazione, il Senato si è spaccato e la Destra e la Sinistra si sono viste più che mai contrapposte, in particolare per quanto riguarda la decisione da prendere in merito alla PMA libera per tutte, che prevederebbe fra l’altro la «doppia maternità» o ROPA (Reception of Ovocytes from Partner, «Ricezione di ovociti da una partner»).

Ancora venerdì sera, durante la trasmissione televisiva Parlement Hebdo trasmessa dall’emittente ufficiale LPC, Gilles Le Gendre, deputato di Parigi ed ex presidente del gruppo LREM all’Assemblea Nazionale, accusava la Destra di mire puramente elettorali in vista delle elezioni presidenziali previste per il 2022 e affermava che, persa la battaglia, la Sinistra mira comunque a vincere la guerra: «la PMA pour toutes les femmes en couple ou célibataires aura bien lieu. “Elle sera votée et adoptée définitivement à la fin de ce quinquennat. Nous aurions aimé que les choses aillent plus vite mais cette promesse sera tenue ! Je le dis de façon définitive. La PMA sera adoptée dans notre pays”»: la PMA per tutte, a suo dire, sarà in vigore in Francia entro i prossimi cinque anni.

Non è del tutto scontato, tuttavia ora l’iter legislativo prevede un nuovo passaggio istituzionale e cioè la discussione in una Commissione mista paritetica (CMP), composta da sette deputati e da sette senatori. Nel caso in cui non si riuscisse a trovare un accordo in tale sede, il testo sulla bioetica passerebbe nuovamente e per l’ultima volta all’Assemblea nazionale, che però, come visto, si è già espressa per due volte a favore della legge.

Ma non è detta l’ultima parola.

Tags: FranciaVetrina
Barbara Santambrogio

Barbara Santambrogio

Dopo un percorso lavorativo originale e variegato, nel campo della pubblicità e dell’editoria, ma anche nel mondo enologico, è approdata finalmente a occuparsi di quanto più la appassiona. Oggi scrive (per il web, ma non solo), si occupa di traduzioni e insegna nella scuola primaria. Mamma biologica e adottiva, ama leggere e il running.

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