Fenomeni

Un cattedratico dice «da baraccone», ma pure che è solo uno stereotipo dei “cattivisti”. E come no

Last updated on Luglio 29th, 2021 at 02:23 am

Ebbene sì, c’è anche il Brianza Pride. Anzi, c’è stato e, a botta calda, Giorgio Castoldi, docente di Economia aziendale nell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, sente odore di affari. In un’intervista a MonzaToday – dal titolo un filino tirato, va là:  «Il rilancio dell’economia parte dalla comunità arcobaleno» – il cattedratico lo dice direttamente: «Le aziende devono aprirsi alla comunità Lgbt perché le persone sono clienti e spendono denaro. È una comunità ricca numericamente ed in certi casi anche economicamente. In Italia si stima che ci sia un potenziale di 5 milioni di persone Lgbt, ed in Cina qualche centinaio di milioni. Una comunità che, in questo delicato momento storico, può davvero fare la differenza. In Italia le imprese prevalentemente Lgbt sono relegate ai divertimenti, che purtroppo sono piccole e legate al mondo dell’associazionismo e volontariato, dove il più delle volte è necessario accedere con una tessera, mentre in Germania si paga e si accede senza problemi».

A parte che qualche dubbio sulla cifra di 5 milioni di LGBT+ in Italia potrebbe pur esser legittimo, mi domando se è per questo che gli LGBT+ si battono: per diventare un ingranaggio danaroso in una macchina che non guarda in faccia ad alcuno purché renda. Sono questi i “diritti” che rivendicano, è questa la tolleranza che pretendono ed è per finire sul bancone che chiedono leggi speciali e inutili contro la discriminazione? E non è ovviamente al sottoscritto che debbono rispondere.

Mentre attendo che, non a me, le persone LGBT+ rispondano trovo pregevole un passaggio di Castoldi: «Soprattutto se si abbatte lo stereotipo che le persone Lgbt sono fenomeni da baraccone come purtroppo vediamo rappresentato in tv, video hard… Allora si potrà far ripartire l’economia cambiando anche la società». Certamente intende dire che le galline dalle uova d’oro devono piantarla di vestirsi da pagliacci sui carri come a Carnevale, di scorrazzare con le terga per aria, di toccacciarsi per attirare l’attenzione della stampa, di vestirsi ingiuriosamente da suore, di calpestare le foto di Pontefici e parlamentari, di sfoggiare il Cristo crocefisso con indosso tacchi a spillo, e via di questo passo. Perché invece le famiglie, e le famiglie numerose, sono già belle e pronte per rilanciare l’economia, e non fanno nemmeno ridere i polli.

Exit mobile version