Sul fronte eutanasia, febbraio sarà decisivo. Mentre il 15 la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla legittimità del referendum dei Radicali, mercoledì inizierà la discussione alla Camera dei deputati della proposta di legge sul Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia. La bozza di base passa in aula, cioè, dopo che nelle commissioni erano confluite ben otto proposte distinte.
E si tratterà di un testo dall’impianto ancora profondamente eutanasico. Le disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita sono rivolte a soggetti dalla «volontà attuale, libera e consapevole di un soggetto pienamente capace di intendere e volere», che abbiano raggiunto la «maggiore età» e siano in grado di prendere «decisioni libere, attuali e consapevoli». Per accedere all’eutanasia è necessario un coinvolgimento preventivo in un «percorso di cure palliative al fine di alleviare il suo stato di sofferenza» e che il paziente «le abbia esplicitamente rifiutate». Inoltre, dovrà trattarsi di una persona «affetta da una patologia attestata dal medico curante e dal medico specialista che la ha in cura come irreversibile e con prognosi infausta, oppure essere portatrice di una condizione clinica irreversibile, che cagioni sofferenze fisiche e psicologiche che la persona stessa trova assolutamente intollerabili». Chi chiede l’eutanasia dovrà essere qualcuno tenuto «in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale, la cui interruzione provocherebbe il decesso del paziente». La bozza di legge prevede l’obiezione di coscienza per i medici ma prescrive l’attuazione della procedura per le strutture ospedaliere.
Palmieri (Forza Italia): «Quessta legge spalanca la porta all’eutanasia»
I deputati del Centrodestra, dopo aver fatto approvare emendamenti attenuativi in Commissione, puntano a proseguire l’opera di alleggerimento del testo in aula. «Persino un soggetto diabetico, quindi non in imminente pericolo di vita, potrebbe chiedere il suicidio assistito, in virtù delle intollerabili sofferenze fisiche e psicologiche che la sua patologia comporta», commenta per «iFamNews» l’onorevole Antonio Palmieri (Forza Italia), più che mai convinto che la bozza attuale rappresenti uno «sdoganamento dell’eutanasia». Il parlamentare fa riferimento al recente caso di «Mario«, l’uomo che, pur potendo utilizzare le dichiarazioni anticipate di trattamento, ha voluto chiedere il «suicidio assistito», perché, come Fabiano Antoniani, alias DJ Fabo (1977-2017), non versa in una condizione di pericolo immediato per la sua vita ma si ritrova con una irreversibile gravissima disabilità. «Chiederemo di togliere i riferimenti alla condizione irreversibile», dichiara Palmieri. «Proporremo di rendere obbligatorio l’accesso a un percorso di cure palliative, perché lo Stato ha l’obbligo di tentare tutto il possibile perché nessuno debba chiedere che gli venga tolta la vita».
Un altro emendamento riguarderà i costi: «Potrebbe apparire un elemento marginale e, in effetti, è un aspetto che non viene menzionato dai promotori dell’eutanasia ma in realtà il meccanismo dei costi è piuttosto determinante, quindi interverremmo con degli emendamenti», spiega ancora il deputato forzista. «Secondo l’impostazione culturale che sta alla base di questo testo, invece di lottare contro la sofferenza diventa più facile eliminare il sofferente. Questo approccio cambia radicalmente il principio su cui si è sempre fondata la medicina, ovvero quello di sconfiggere la morte, non di agevolarla. Con l’eutanasia si apre una scorciatoia anche dal punto di vista economico, per cui investire nella cura delle malattie più rare e più gravi e farsi carico delle persone gravemente malate non è visto come qualcosa di “conveniente”».
La prospettiva del Centrodestra è insomma quella della riduzione del danno. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno la maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato e hanno detto di no alle condizioni del centrodestra. «È chiaro che una legge che avesse rispettato alla lettera i parametri imposti dalla Consulta, sarebbe stata una legge molto diversa. In questo senso la proposta presentata dall’onorevole Alessandro Pagano è stata ampiamente rigettata tre anni fa, quindi non vedo grandi spiragli all’orizzonte», conclude Palmieri
Al Senato vita meno facile per i “pro-morte”
Lo stesso onorevole Pagano, contattato telefonicamente da «iFamNews», ricorda che l’attenuazione della carica “pro-morte” del testo originario – che comunque rimane «profondamente eutanasico» – è stata possibile grazie alla convergenza di un «fronte composito» di parlamentari di Lega, Fratelli d’Italia, una parte di Forza Italia, Coraggio Italia, assieme a singoli rappresentanti del Gruppo Misto, che però non raggiungono la maggioranza alla Camera. «Nei mesi passati, in Commissione, abbiamo cercato di dimostrare l’irragionevolezza delle tesi avversarie, non solo in base a ragionamenti antropologici ma soprattutto in considerazione del pronunciamento della Corte Costituzionale, che, nella sua sentenza 242/2019, aveva affermato, sì, che era indispensabile adeguare l’articolo 569 del Codice penale alle nuove visioni costituzionali, purché il tutto venisse subordinato alle cure palliative, alla tutela della vita, alla necessità di dare il maggiore aiuto possibile al sofferente».
Dopo un iniziale «muro-contro-muro assolutamente infruttuoso», quindi, i deputati del Partito Democratico e del M5S hanno preso atto della determinazione dei colleghi di centrodestra e, alla fine, sono stati trovati dei «ragionevoli compromessi». Il più importante, ricorda Pagano, è stato l’inserimento dell’«obiezione di coscienza», tuttavia, sottolinea il deputato leghista, «non ci siamo accontentati». Quando il ddl approderà al Senato, la situazione sarà «nettamente migliore», essendo «i numeri diversi» ed essendoci presente un presidente della Commissione Giustizia (il leghista Andrea Ostellari), «certamente meno parziale e meno orientato alla cultura della morte di quanto lo è stato l’onorevole Mario Pierantoni alla Camera». «Tutto ciò fa ben sperare», aggiunge Pagano, spiegando che il centrodestra proporrà una prima serie di emendamenti volti a «cassare la norma in quanto eutanasica». Se la loro possibilità di passare è «pari a zero», con un ulteriore emendamento, i deputati pro-life puntano a «limare il provvedimento così come è uscito dalla Commissione». Pagano non nasconde la speranza che questo ammorbidimento possa passare, sebbene PD e M5S possano sempre ricorrere al regolamento della “tagliola” che accelererebbe inesorabilmente l’iter del disegno di legge, consegnandolo all’approvazione nella sua forma più estrema.
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