Last updated on Agosto 24th, 2021 at 02:44 pm
L’eutanasia in Italia viene promossa ora attraverso una manovra a tenaglia, una delle cui ganasce taglienti opera per via parlamentare mentre l’altra per via referendaria, assieme garantendosi un vicendevole back up nel caso un semaforo rosso si accendesse lungo una delle strade. Ma una terza via all’eutanasia attraversa ora le nostre città, la via dello shopping.
La fotografia che proponiamo in questo articolo è stata scattata a Milano, Via Cristoforo Colombo, zona Navigli, e rappresenta un “negozio” dove si può sostenere la proposta dei Radicali di introdurre nel nostro ordinamento giuridico la soppressione artificiale di una persona.
Mi sforzo di non essere moralista mai. Non mi sorprendo, dunque, perché un temporary shop, di solito adibito ad attività sul serio commerciali, venga invece adoperato per proporre l’idea dell’eutanasia ai passanti, tra l’altro per il motivo semplice che, se avessi il denaro necessario, aprirei 10, 100, 1000 temporary shop per regalare agli italiani, al contrario, un pensiero di amore alla vita. Non mi scandalizzo, insomma, perché chi vuole prospettare agli italiani la scelta della morte invece che la scelta della vita si dedica anima e corpo alla propria causa, poiché, specularmente, io cerco di fare lo stesso tutti i giorni sul fronte opposto. Mi scandalizzo, anzi no, il verbo giusto è spavento, letteralmente, ancora una volta, perché c’è qualcuno che davvero pensa che, a un passo dai giovani della movida, la morte delle persone sia la soluzione.
Ho amici che militano fra i Radicali, e qui la parola «amici» non la spendo a cuor leggero. Non ho alcuna intenzione, né qui né mai, di giudicare le persone, né i Radicali né alcun altro. Non mi compete giudicare le persone, non m’interessa e credo profondamente che, se giudico, sarò giudicato. Giudico invece, sul piano morale, invocando la ragione e il buonsenso, scomodando l’etica, la filosofia e magari anche la teologia, le attività che mi circondano, soprattutto quando impattano sui miei cari e su me, soprattutto quando si tratta di morte e di vita. Perché se giudico le attività che mi circondano, potrò sperare di essere giudicato per ciò che faccio.
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