Howard Breen ha 68 anni, abita a Vancouver, in Canada, è un attivista che fa parte del gruppo ecologista internazionale Extinction Rebellion e vive una sofferenza mentale importante a causa delle preoccupazioni che prova per via del cambiamento climatico.
In un’intervista che ha rilasciato al sito web ufficiale del media network Vice, Breen ha dichiarato che la propria situazione è divenuta «[…] debilitante. La depressione che provo per lo stato delle cose, e la mia incapacità di non essere apprensivo per il futuro dei miei figli in particolare, è una grande preoccupazione per me».
Howard Breen, pertanto, chiede al governo canadese di poter accedere all’eutanasia.
La prima diagnosi di «ansia ambientale clinica» e «depressione correlata alla biosfera» risale al 2017. Nel 2121, la sua richiesta di accedere all’eutanasia viene respinta perché ottiene solo uno dei due pareri medici indispensabili per farlo, in base alla normativa vigente nel Paese.
L’eutanasia è legale in Canada dall’anno 2016. Inizialmente riservata in via esclusiva alle persone con diagnosi di malattia terminale, in seguito tale requisito è stato rimosso. Nel marzo 2021, il governo canadese ha modificato la legge sul «suicidio assistito» e sull’eutanasia, per rimuovere anche il requisito per cui la morte dovesse essere per il richiedente «ragionevolmente prevedibile». A partire da marzo 2023, l’eutanasia sarà consentita anche per la sola malattia mentale.
Comunque sia, l’eco-ansia non è riconosciuta attualmente come una malattia mentale dall’American Psychiatric Association (APA), di cui il Canada utilizza il manuale diagnostico. Breen, tuttavia, crede che la sua patologia sia abbastanza grave da poter beneficiare dell’eutanasia fin da subito. Per lui, è anche più di una malattia mentale ed egli spera che la seconda domanda che ha presentato venga accettata. In caso contrario, intende presentarla nuovamente quando la nuova legge entrerà in vigore, a marzo del prossimo anno.
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