Nel cambiamento in atto in questo decennio difficilissimo, cambiamento che spesso ha il votlo di una vera crisi, i cosiddetti «corpi intermedi» (cioè tutte le raltà sociali che si frappongo fra l’indioviduo e lo Stato) giocano e continueranno a giocare un ruolo fondamentale. Il dato nuovo è convergenza trasversale su questa cosntatazione di intellettuali, uomini politici e dirigenti amministrativi un tempo ideologicamente anche molto distanti. Accade così che due ex ministri ai tempi del primo governo di Romano Prodi (1996-1998) si ritrovino sulla stessa linea d’onda della Fondazione Sussidiarietà. Questa sintonia di vedute è sicuramente un punto di partenza: sul percorso da fare le idee sono inevitabilmente eterogenee e la strada si prospetta tutt’altro che in discesa. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta la sfida per un Paese che cerca disperatamente di rimanere coeso e forte.
Se n’è discusso lunedì pomeriggio al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) durante la tavola rotonda Il valore dei corpi intermedi. Destinazione Cosenza, in cui il presidente della Camera di commercio di Cosenza, Klaus Algieri, ha illustrato la sfida di una realtà territoriale molto problematica sul piano infrastrutturale e della sicurezza. Ovunque, in Italia e non solo, il paradigma è sempre lo stesso: se i corpi intermedi sono forti, è l’intera società a uscirne rafforzata. Nei due anni di pandemia, hanno convenuto tutti i relatori, i corpi intermedi si sono rilevati un baluardo per la coesione sociale. I corpi intermedi, inoltre, hanno una caratteristica: difendono gli interessi delle categorie che rappresentano ma, al contempo, nella loro prassi, agiscono per il bene collettivo.
Politica in crisi
Il soggetto che, invece, è uscito decisamente malconcio da questi due anni di emergenza è la politica, avendo dimostrato scarsa preparazione, cullandosi per un po’ di anni, nell’illusione di poter arringare il popolo, attraverso i social media e la disintermediazione. C’è chi, come Franco Bassanini, presidente della Fondazione Astrid ed ex ministro della Funzione Pubblica, prende atto che «la legittimazione della politica passa per i corpi intermedi» che svolgono un «ruolo non sovrapposto ai partiti ma vitale per l’autoriforma dei partiti stessi». I corpi intermedi hanno di fatto anche un «ruolo costituzionale» in quanto contribuiscono al «pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese» (art. 3 della Costituzione italiana). Esprimono, cioè, «le potenzialità delle persone non come monadi isolate» ma come parti integranti di una società, osserva Bassanini.
Nella temperie dei cambiamenti della pandemia e del PNNR, i corpi intermedi contribuiranno anche a «dare un diverso assetto al welfare», nella sua evoluzione da “Stato sociale” novecentesco a «welfare community» all’insegna della «sussidiarietà», afferma Tiziano Treu, presidente del CNEL ed ex ministro del Lavoro. È necessario, però, che in questo processo «siano coinvolte tutte le forze sociali e pubbliche», di modo che l’attuale «transizione ecologica» proceda nel modo più equo possibile senza «lasciare morti e feriti», aggiunge l’ex Ministro.
La sfida dell’inverno demografico
Altri nodi critici sono il ripianamento dell’«ineguaglianza» e la partecipazione al processo democratico. A riguardo si sofferma in particolare il presidente della Fondazione Sussidiarietà, Giorgio Vittadini. I corpi intermedi, in tal senso, rappresentano quella «comunità dimenticata tra Stato e mercato» e la «risposta a una società internazionale fatta di oligopoli». La loro azione, aggiunge Vittadini, è «l’unico modo in cui la partecipazione democratica non arriva al populismo».
I corpi intermedi, oltretutto, come rilevato dal segretario generale del Censis, Giorgio De Rita, giocano un ruolo determinante anche sull’«inverno demografico» e nel «ricambio generazionale». Da parte propria, Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, ricorda che «per innescare un processo trasformatore è impossibile non coinvolgere milioni di cittadini», quindi è necessario mettere in moto la «società civile». Un processo che richiederà uno «sforzo ancor più grande» quando arriverà il momento del «rientro dal debito».
Insomma, un dibattito, quello tenuto al CNEL, utile. Nelle premesse. La forza della società civile nel fare da argine allo strapotere dello Stato è infatti sicuramente un ottimo punto di convergenza. Ma resta un interrogativo grande come una casa: la famiglia? Il corpo intermedio per eccellenza è, da sempre e ovunque, la famiglia. Anzi, ogni altro corpo sociale ulteriore, ha, direttamente o meno, a modello proprio la famiglia. Com’è possibile allora che la famiglia non sia al centro costante del dibattito sulla sussidiarietà possibile?