Convenzione dei cittadini francesi, sordi a Chiesa e medici, sostengono legalizzazione eutanasia come vuole Macron

Circa il 97% dei cittadini ha risposto che l'attuale "quadro di sostegno" dovrebbe "evolvere" in Francia.

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I membri della ‘Convenzione dei cittadini’, scelti e convocati per discutere sulla introduzione o meno della eutanasia in Francia, hanno presentato lunedì 3 aprile all’Eliseo, su invito del Presidente francese Emmanuel Macron, le loro conclusioni sul fine vita dopo sei mesi di discussioni. I 184 membri della Convenzione dei cittadini sulla morte assistita domenica 2 aprile hanno pubblicato un documento di oltre 150 pagine e 146 proposte. È stato adottato dopo una votazione al 92% (162 voti favorevoli su 176 votanti) nell’aula del Palais d’Iéna, al termine dell’ultima sessione di lavoro presso la sede del Consiglio economico, sociale e ambientale (CESE). Il rapporto intende presentare “un ampio spettro di opinioni” e non pretende di fornire una visione univoca.

Macron aveva deciso nel settembre 2022 di creare una convenzione di cittadini, composta da 184 membri selezionati a caso, per rispondere alla domanda: “Il quadro di sostegno alla fine della vita è adeguato alle diverse situazioni riscontrate o devono essere introdotte eventuali modifiche?”. I 184 membri hanno lavorato sul tema da ottobre e hanno ascoltato molti esperti in materia, come medici, filosofi, assistenti e rappresentanti religiosi. I dibattiti si sono conclusi domenica ed è stata pubblicata una relazione.  Circa il 97% dei cittadini ha risposto che l’attuale “quadro di sostegno” dovrebbe “evolvere” in Francia. Il primo motivo è “la disparità di accesso al supporto di fine vita” e il secondo è “la mancanza di risposte soddisfacenti nel quadro attuale per alcune situazioni di fine vita”.

In Francia, la legge Claeys-Leonetti del 2016 autorizza la “sedazione prolungata e continua” per i pazienti con una condizione di pericolo di vita a breve termine. Ma non autorizza l’assistenza attiva nel morire, come l’eutanasia o il suicidio assistito, come può avvenire in Belgio o in Svizzera. Circa il 76% dei membri della Convenzione è favorevole all’accesso al suicidio assistito e all’eutanasia “a determinate condizioni e al termine di un percorso segnato”. L’assistenza attiva nel morire dovrebbe essere una possibilità riservata ai malati terminali e a coloro che soffrono di dolori intrattabili, si legge nel rapporto. La convenzione dei cittadini francesi sostiene l’assistenza attiva nel morire utilizzando diversi modelli.

Purtroppo i cittadini che facevano parte della Convenzione non hanno voluto ascoltare l’appello dei Vescovi cattolici riuniti a Lourdes che, nei giorni scorsi avevano invitato i francesi ad impegnarsi per l’assistenza ai malati rispettare il valore della vita e della  fraternità. I cittadini della Convenzione non hanno nemmeno ascoltato l’appello e la dichiarazione dell’Ordine nazionale dei Medici francesi che proprio domenica 2 aprile avevano pubblicato il loro documento, approvato all’unanimità e dopo 9 mesi di consultazione tra tutti gli associati, nel quale si oppongono alla partecipazione dei medici nell’aiuto   o nel provocare la morte dei pazienti. In un comunicato stampa, il Consiglio si è detto “sfavorevole” alla partecipazione dei medici a “un processo che porterebbe all’eutanasia”.  Il Consiglio ritiene che un medico non possa causare la morte somministrando un prodotto letale. Nel preambolo afferma inoltre di essere “sfavorevole a qualsiasi possibilità di istituire una procedura di assistenza attiva nel morire per i minori e le persone incapaci di esprimere la propria volontà”.

Ed il Presidente Macron nel suo discorso, lunedì mattina incontrando i ‘convenzionisti’,  non ha fatto altro che ringraziare, come se la ragione e la verità etica dipendano dalle maggioranze sporadiche, tuttavia ha anche ricordato che il Parlamento non può esser sostituito dalla ‘convenzione’ anche se, grazie alla decisione favorevole emersa dalla Convenzione,  i cittadini che hanno partecipato ai lavori hanno “portato a maturazione questa innovazione democratica della convenzione dei cittadini”.

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