Last updated on Dicembre 16th, 2025 at 11:25 am
Il Cile ha eletto José Antonio Kast come presidente. Kast, cattolico devoto e padre di nove figli, ha ottenuto il 58,2% dei voti contro il 41,8% della candidata di sinistra Jeannette Jara, impegnandosi a ripristinare l’ordine reprimendo la criminalità, deportando gli immigrati illegali e rivitalizzando l’economia attraverso riforme di libero mercato. Questa vittoria riflette la diffusa frustrazione per la crescente insicurezza e la stagnazione economica sotto il governo di centro-sinistra di Gabriel Boric, poiché i cileni chiedono un ritorno alla stabilità e ai valori tradizionali.
I sostenitori di Kast hanno festeggiato selvaggiamente nelle strade di Santiago, acclamando il suo “ampio mandato” per recuperare l’ordine morale e uno stile di vita sano, mentre lui ha esortato al rispetto per gli avversari in un misurato discorso di vittoria. Jara, membro del Partito Comunista ed ex ministro del lavoro proveniente da un contesto operaio, ha ammesso la sconfitta con grazia, ma ha incoraggiato la perseveranza tra i suoi seguaci. La vittoria di Kast si allinea a uno spostamento regionale verso una governance di destra, come si è visto in Argentina sotto Javier Milei, e ha suscitato rapidi elogi dal Segretario di Stato americano Marco Rubio per aver promosso la sicurezza, il controllo dell’immigrazione e il commercio, segnalando un baluardo contro gli eccessi di sinistra in America Latina.
Le elezioni hanno messo in luce una profonda polarizzazione, contrapponendo il conservatorismo morale di Kast – che si oppone al matrimonio tra persone dello stesso sesso e all’aborto – all’agenda progressista di welfare di Jara, radicata nell’attivismo anti-dittatura. Questo risultato respinge i fallimenti della sinistra radicale sotto Boric, favorendo un approccio intransigente per ripristinare lo status del Cile come faro economico dell’America Latina.
Dovendo affrontare ostacoli al Congresso senza una maggioranza repubblicana, Kast deve mantenere le promesse come la costruzione di mega-prigioni ispirate a Nayib Bukele di El Salvador, rafforzare la polizia, costruire barriere di confine simili a quelle di Trump e tagliare la spesa pubblica senza ridurre i benefici. Gli economisti ne mettono in dubbio la fattibilità, ma i suoi impegni a ridurre le tasse e la burocrazia mirano a rilanciare la crescita degli anni ’90. Governando con moderazione e frenando gli istinti radicali, Kast potrebbe avere successo dove Boric ha fallito, dando la priorità alla sicurezza pubblica e alla responsabilità fiscale rispetto all’eccesso ideologico.













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