Don Renato Sacco, parroco di Arola, 250 anime nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, in Piemonte, fa suonare le campane a distesa anche nei giorni feriali, senza bisogno che ricorra alcuna festa del calendario. È sufficiente che sul territorio sia nato un bambino, anzi, si odono i rintocchi anche se il bimbo o la bimba fossero nati al di fuori del paesello o addirittura all’estero, figli di genitori che abitino lontani ma che con il borgo abbiano mantenuto un legame anche solo affettivo.
«Appena giunge notizia che c’è una nascita in Svizzera, Francia o negli Stati Uniti dove molti arolesi sono emigrati – conclude il parroco -, subito suoniamo le campane, e per testimoniare la nostra partecipazione al lieto evento registriamo la melodia e la inviamo alla famiglia del nuovo nato. È il segno che, pur a distanza, Arola non li ha dimenticati e sono sempre parte della nostra comunità». Perché la nascita di un bambino è un dono per tutti.
«È stata un’idea popolare, una volta le campane suonavano nei giorni non festivi per annunciare la morte di qualche concittadino – continua don Renato -, adesso è l’opposto. Segnalano la vita. Qualche tempo fa, dopo un lungo periodo in cui non si registravano nascite, era arrivato un bambino. Il giorno del battesimo la chiesa era gremita perché in un paesino si è abituati a condividere tutto. Era una felicità collettiva, uno di quei momenti in cui leggi la gioia sul viso delle persone. Così a qualcuno è venuto in mente di suonare le campane a distesa, e adesso lo si farà per tutti».
Non è l’unico Comune, quello di Arola, in cui le campane festeggiano la vita. Nel 2021, «in due mesi e mezzo la campana ottocentesca del Cassero ha suonato venti volte. Tanti sono stati i bimbi nati da quando il Comune di Castiglion Fiorentino, storico paese della Valdichiana aretina [in Toscana], ha annunciato l’insolita iniziativa. “Eravamo stanchi di sentire le campane a morto. Dovevano suonare anche per la vita”, dice il sindaco Mario Agnelli».
Suonare le campane a distesa, benedirle, oppure accendere una luce per ogni nuovo nato, proprio come nell’iniziativa proposta da «iFamNews» al principio del 2021: le belle notizie possono sconfiggere il silenzio, e il buio, della cultura di morte.