Last updated on Febbraio 4th, 2021 at 08:19 am
1. Domenica 7 febbraio, alle 20:00, a conclusione della «Giornata per la vita», per far sì che la vita non sia solo la festa di un momento isolato, accendi assieme a noi una luce, una lampada, un lumino, una candela, sul davanzale, sul balcone, sulla porta delle nostre abitazioni. Diciamo al mondo, mostriamo al mondo la passione per la vita sempre e comunque.
2. Scatta una foto della tua luce di speranza e postala sui social media con l’hashtag della nostra campagna @unaluceperlavita e taggaci su Facebook (questa la nostra pagina) e su Twitter (questo il nostro account).
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L’ANTEFATTO
Alberto Garutti ha intitolato un’installazione artistica Ai nati oggi. Partita nel 1998 da Bergamo, negli anni successivi ha toccato Gent (nel 2000), Istanbul (2001), Gallipoli (2003), Casarano (2003), Mosca (2011), di nuovo Gent (2011), Plodiv (2018) e Roma (a cavallo tra 2019 e 2020), illuminando strade, piazze, ponti.
Si tratta infatti di un’opera d’arte sui generis, che sfrutta l’illuminazione artificiale già presente nelle città per veicolare un messaggio universale di riconoscimento e di omaggio alla vita nascente.
A Bergamo, in anni successivi, dopo un’interruzione l’iniziativa pare sia stata ripresa con il trasferimento del reparto maternità dagli Ospedali Riuniti alla nuova sede dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII.
A Bologna un’operazione simile era stata intrapresa fra il 2012 e il 2016, collegando agli ospedali cittadini un lampione antico, situato fra piazza Nettuno e via Rizzoli, accanto al palazzo di Re Enzo, con un sistema di telecontrollo realizzato dalla Fondazione Alma Mater in collaborazione con una startup locale. Era stata voluta, su spunto dell’istallazione di Garutti al Vrijdagmarkt di Gent in Belgio, da Virginio Merola, del Partito Democratico, sindaco di Bologna dal 2011 e attualmente al secondo mandato come sindaco della città metropolitana dopo le elezioni amministrative del 2016.
LA NOSTRA INIZIATIVA
Forse non ci abbiamo mai pensato, ma perché allora non salutare, non accogliere, non ringraziare ogni vita umana che si affacci al mondo allietando la Terra? Sì, perché ogni vita umana che nasce allieta la Terra, per definizione. A ogni nuova vita non mancherà la propria dose di difficoltà, di sofferenza, di guai. Eppure la vita è, in quanto tale, l’affermazione più forte che l’uomo conosca, che l’uomo possa contribuire a generare.
Salutiamola, allora, la vita. Cominciamo subito a farlo.
Ogni volta che nasce un bimbo, in un ospedale, qualcuno schiaccia un pulsante e grida al mondo la gioia di quell’evento. L’opera d’arte è questa. In qualche cittadina d’Italia e d’Europa quest’arte è diventata un fatto. Poi, per una qualche ragione più o meno interessante, la cosa è rientrata, dimenticata.
Ebbene, rilanciamola, riprendiamola, rifacciamolo. Accendiamo una lampada ogni volta che nel mondo nasce una vita. Nel mondo, certo, ma cominciamo dal nostro Paese.
Prendiamo carta e penna, anzi la tastiera e scriviamo: ai sindaci della nostra città, piccola o grande che sia; agli assessori competenti; ai giornali locali e a quelli nazionali. Scriviamo ai deputati e ai senatori italiani, ai leader di partito, agli opinion maker. Scriviamo a quanti più possibile e chiediamo questo piccolo, semplice gesto. Accendere una lampada in un luogo pubblico, ben visibile, centrale delle nostre città ogni volta che una buona, ottima notizia viene al mondo.
Una civiltà si riconosce e giudica dai dettagli, e io sono profondamente convinto del fatto che nessuno dirà no a una iniziativa così. Se questa iniziativa non prenderà piede, allora, sarà soltanto perché non ci siamo spesi abbastanza, perché non abbiamo spinto, perché non abbiamo scritto.
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