È violenza contro i simboli cattolici

Attacchi allarmanti negli Stati Uniti d’America. Ma non solo

The mural after the attack. Source: St. Elisabeth Catholic Parish, Van Nuys, California.

Last updated on Giugno 14th, 2021 at 07:49 am

Un paio di settimane fa, nella parrocchia cattolica di St. Elisabeth a Los Angeles, il murale della Vergine di Guadalupe, custodito in quella che viene definita «la Chiesa Madre della San Fernando Valley» ha subito un attacco vandalico. Nella notte di mercoledì un uomo armato di una lunga mazza ha colpito l’immagine della Madonna – punto di incontro naturale per i cattolici messicani di St. Elisabeth – per ben 18 volte, come mostrano le riprese della telecamera di sorveglianza. Sul sito della parrocchia il parroco, don Vito Di Marzio, ha definito l’evento «uno dei nostri momenti più tristi oltre ai nostri tempi di pandemia». Sta anche cercando un sostegno finanziario per ripristinare la delicata verniciatura delle piastrelle e installare un involucro in plexiglass per la protezione futura.

L’incidente fa parte di una serie allarmante di attacchi contro statue e chiese cattoliche negli Stati Uniti d’America già nel 2020, tanto che l’arcivescovo di Miami mons. Thomas Wenski , allora presidente del Comitato per la libertà religiosa della Conferenza dei vescovi cattolici statunitensi, aveva affermato: «Dobbiamo essere molto vigili per assicurarci che queste cose non prendano piede e non continuino. Dobbiamo vigliare come i nostri fratelli ebrei vigilano contro i casi di antisemitismo».

I casi però si sono molieplicati, come l’incendio della chiesa Queen of Peace di Ocala, in Florida, l’11 luglio. Molti attacchi sono stati rivolti alle statue di san Junípero Serra (1713-1784), l’apostolo della California, canonizzato nel 2015 da Papa Francesco e preso di mira dalla furia iconoclasta di Black Lives Matter con l’accusa assurda di avere contribuito alla distruzione della cultura dei nativi americani convertendoli al cattolicesimo. Non solo però attacchi vandalici, ma una vera e propria campagna “culturale”: già nel 2019 l’Università californiana di Stanford aveva modificato la toponomastica del campus, eliminando il nome del santo “controverso”.  

Anche in Europa l’ostilità anticristiana ha raggiunto livelli preoccupanti: una ricerca mostra, come nel 2019, 3mila tra chiese, scuole, cimiteri e monumenti cristiani siano stati danneggiati o vandalizzati, totalizzando un record tristissimo. Si parla infatti di una media di tre episodi al giorno in Francia, di due in Germania e di attacchi all’ordine del giorno nel resto dei Paesi europei, gesti destinati a intimidire o persino a vessare i cattolici: ovvero autentici crimini d’odio che minacciano direttamente la libertà religiosa. Non migliora la situazione nei primi mesi del 2021: come documentato dall‘Osservatorio sull’Intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa i numeri sono allarmanti. La testata Bitter Winter, che si occupa proprio di libertà religiosa, denuncia attacchi non solo alle chiese cattoliche, ma anche a edifici protestanti, come la chiesa di Glon, nell’Alta Baviera, oggetto di tentativo di incendio. Numerosissimi altri attacchi documentati in Francia, Polonia, Germania, Austria e Regno Unito. Non resta esente l’Italia, dove più di un edificio religioso è stato colpito: la chiesa di Santa Maria della Speranza a Catanzaro, come la chiesa dei Santi Simone e Giuda a Golasecca, in provincia di Varese, o il Sacro Tempio del Monte Calvario a Foggia e la chiesa parrocchiale di Gussago, in provincia di Brescia.

Nel nostro Paese ci si è ormai abituati ad accettare supinamente che i simboli religiosi siano ridicolizzati, come successo sul palco di Sanremo, tanto da suscitare l’intervento della Associazione Internazionale Esorcisti, che ha denunciato un «livello di blasfemia e vilipendio della fede cattolica davvero inaccettabile».

D’altra parte in Italia, proprio chi si erge a paladino della libertà di espressione è chi sbeffeggia i segni pubblici della fede attraverso monili, tatuaggi e financo scarpe che ostentano con volgarità il disprezzo già ampiamente documentato nelle canzoni. Ma, come spesso accade, nella narrazione ufficiale, le vere emergenze culturali sono altre ed è necessario – anzi impellente – intervenire: vedi la faccenda del «testo unico Zan».

Come mai, però, tra le “minoranze” da tutelare, nonostante l’oggettività degli episodi di attacco gravi e continuativi, i cattolici non figurano mai?

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