Inizia oggi anche per Milano, che segue il rito ambrosiano, la Quaresima, cominciata per tutti gli altri il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri. Concluso il Carnevale, per altro quest’anno cupo per tutti, bambini compresi, si apre ora il periodo di quaranta giorni che conduce alla Pasqua, Resurrezione di Gesù Cristo e culmine delle festività cristiane. Quaranta giorni come gli anni trascorsi dal popolo ebraico nel Sinai dopo la fuga dall’Egitto e come i quaranta giorni di Gesù nel deserto, dopo il battesimo nel fiume Giordano e prima della vita pubblica.
Per i fedeli dovrebbe trattarsi di un periodo di purificazione e di penitenza, caratterizzato dal digiuno, dall’astinenza dalle carni, dalla preghiera e dalla carità.
È possibile, naturalmente, che la tradizione religiosa cristiana abbia assorbito riti e rituali precedenti, legati all’antica civiltà contadina e al periodo dell’anno che conduce la natura e la terra fuori dall’inverno e verso il risveglio primaverile che precede la bella stagione vera e propria.
Nasce in Quaresima, nei tempi in cui si rispettava con maggior cura l’astinenza dalla carne e dai grassi animali, la tradizione italiana dei piatti “di magro”, a base soprattutto di verdure, di pesce e di legumi, che potessero apportare la giusta quota di proteine necessarie alla salute e alla vigoria fisica per il lavoro nei campi.
È il caso della frittata di scammaro campana, del condimento a base di colatura di alici tradizionale di Cetara, in Costiera, nato forse grazie ai monaci cistercensi amalfitani, del cappon magro ligure, delle lasagne di gran magro piemontesi, preparate con una salsa simile alla bagna cauda, della pasta con le sarde tipica della Sicilia, dei tortelli con le erbe tipici della cucina settentrionale, cui si è aggiunto solo più tardi il formaggio o la ricotta nel ripieno. E poi le zuppe, di ceci e cavolo nero alla toscana, o con altri legumi, le verdure in mille ricette, al Nord specialmente la polenta, che un tempo si strofinava, per insaporirla, sull’aringa posta al centro del tavolo, una per tutti.
Come spesso ricorda «Nostradomus», ricette semplici, che si preparavano e alcune ancora si preparano in casa, in famiglia e per la famiglia, cuore di tutto, in attesa della Resurrezione.
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