Last updated on aprile 30th, 2021 at 03:14 am
L’appello alle forze politiche presentato da «Avvocatura in Missione» ha ottenuto un risultato importante. Giovedì scorso, 8 aprile, in Senato è stato infatti approvato un ordine del giorno che impegna il governo ad aggiornare, tramite l’Istituto superiore di sanità (ISS), l’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) e l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), i protocolli e le linee guida per le prese in carico domiciliari di pazienti CoViD-19. Nelle settimane scorse l’associazione di giuristi aveva rivolto una lettera alle forze parlamentari affinché si facessero interpreti della richiesta di prendere in considerazione «la via più semplice di curare i malati subito e a casa».
L’impegno del governo
Ora il governo dovrà tenere conto di «tutte le esperienze dei professionisti impegnati sul campo e istituire un tavolo di monitoraggio ministeriale, in cui siano rappresentate tutte le professionalità coinvolte nei percorsi di assistenza territoriale». Inoltre «il governo dovrà attivare fin dalla diagnosi interventi che coinvolgano tutto il personale in grado di fornire assistenza sanitaria, accompagnamento socio-sanitario e sostegno familiare e si dovrà attivare affinché le diverse esperienze e dati clinici raccolti dai servizi sanitari regionali confluiscano in un protocollo nazionale di gestione domiciliare del paziente CoViD-19». Si chiede quindi di affiancare al protocollo un «piano di potenziamento delle forniture di dispositivi di telemedicina idonei ad assicurare un adeguato e costante monitoraggio dei parametri clinici dei pazienti».
Medici nel nascondimento
La fondatrice di «Avvocatura in Missione», l’avv. Anna Egidia Catenaro, spiega ad “iFamNews” di avere deciso di intraprendere questa battaglia dopo che alcuni suoi amici non hanno avuto alcun beneficio dalla cura a base di «tachipirina e vigile attesa» prevista da una nota dell’Aifa di dicembre. «Ho conosciuto poi dei medici che visitando i pazienti a casa riducevano il numero dei ricoveri», prosegue, «dunque mi sono chiesta come fosse possibile che il governo non cambiasse lo schema terapeutico». Di qui la scelta di intervenire «in favore di quei medici che nel nascondimento stavano aiutando i pazienti a non morire o comunque a non aggravarsi».
Basta malati lasciati in attesa
La Catenaro ritiene quella di giovedì scorso in Senato «una buona vittoria dopo tanti morti». La sua speranza è che «presto le terapie domiciliari siano attivate in ogni Regione, in ogni città» e «che non sia più lasciato un malato CoViD-19 in attesa a casa senza cure domiciliari». Recentemente anche l’Istituto «Mario Negri» ha pubblicato uno studio su un possibile trattamento precoce curando il CoVID-19 a casa. «È un bene che venga riconosciuta l’esperienza accumulata da tanti medici sul campo da più di un anno», aggiunge l’avvocato. Che aggiunge: «È ora di rivedere il Sistema sanitario nazionale, di investire per aumentare il numero dei medici di base, di fornire loro gli schemi di terapie che hanno funzionato».
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