Last updated on Gennaio 28th, 2021 at 01:05 pm
Come tutti gli americani ho assistito alle terribili scene di mercoledì, quando decine di persone hanno fatto irruzione nel Campidoglio degli Stati Uniti d’America, seminando morte e distruzione. Condanno questi fatti con la massima fermezza e auspico che chi ha infranto la legge venga punito con il massimo della pena. La violenza e le aggressioni contro le forze dell’ordine e contro gli edifici federali sono sempre sbagliati e mai accettabili. E questo vale sia che gli assalitori siano sostenitori del presidente Donald J. Trump o gruppi di sinistra come Occupy o Black Lives Matter.
La Sinistra, invece, cerca di strumentalizzare l’assalto al Campidoglio per diffamare il presidente e i suoi sostenitori. Accade sempre così. Sulle orme del loro mentore, l’attivista radicale Saul Alinsky (1909-1972), non possono «mai lasciare che una crisi vada sprecata». I Democratici e la loro grancassa, e anche alcuni Repubblicani, hanno subito accusato il presidente Trump di essere stato la “causa” dei disordini, surriscaldando l’animo dei propri sostenitori. E si sono pure affrettati a dipingere con fin troppa generosità i partecipanti al raduno pro-Trump come “insurrezionalisti” violenti.
Ma chi ha voluto e saputo ascoltare sa che Trump ha sempre condannato la violenza, e difeso il rispetto della legge e dell’ordine, come ancora ha fatto nel suo discorso al Paese. Forse il presidente non ha risposto con la rapidità che i suoi critici avrebbero voluto, o con le parole che avrebbero voluto, ma queste sono questioni completamente diverse dal fatto che abbia condannato la violenza.
Inoltre i partecipanti al raduno hanno marciato verso il Campidoglio con lo scopo di esprimere la propria posizione nel processo di certificazione costituzionale, cosa che è loro diritto fare. Tra le tante, tantissime migliaia di partecipanti al raduno, però, solo una piccolissima parte ha preso parte alle violenze e agli atti di cattiveria.
Sfortunatamente, alcuni manifestanti hanno ceduto alla tentazione anarchica, alla violenza e alla voglia di distruzione, e, violando il processo pacifico previsto dalla Costituzione, hanno deciso di irrompere nel Campidoglio per interrompere quello stesso processo. Un certo numero di altre persone, prive di qualsiasi intenzione criminale, probabilmente sopraffatte dall’emozione e dalla passione, hanno seguito quelli che hanno fatto irruzione nell’edificio. Non si è trattato però di una “insurrezione”, come molti nei media assurdamente dicono. É stato un raduno di protesta tragicamente dirottato nella direzione sbagliata da alcuni teppisti. Come detto, dovranno essere puniti severamente.
Questi autentici estremisti né rappresentano né riflettono in alcun modo le convinzioni degli attivisti conservatori che difendono il diritto alla vita, la famiglia e la libertà. Il tentativo della Sinistra di dipingere i sostenitori di Trump come “insurrezionalisti” violenti è tanto assurdo quanto scoperto. Alcuni ci cascheranno, ma la cosa non fa altro che confermare la convinzione che ciò che interessa veramente ai media progressisti, al mondo politico e all’universo Big Tech è silenziare 75 milioni di americani.
Il modo palese con cui i liberal stanno strumentalizzando, in tutto il mondo, la rivolta in Campidoglio rende lampante la grande differenza di reazione rispetto a quando Antifa e Black Lives Matter appiccano il fuoco alle nostre città. I media affermano che i disordini causati da quei gruppi sarebbero in realtà pacifici e i politici di sinistra non hanno mai aperto bocca per chiedere che quei violenti rispondano delle proprie azioni. In questi casi nessuno parla mai di insurrezione.
Ricordare queste verità non è affatto benaltrismo: significa semplicemente riconoscere e richiamare l’ipocrisia evidente dell’establishment progressista.
Messaggio per la Sinistra politica: io, e altri conservatori, sappiamo che la violenza, il disordine e la violazione della legge sono cose malvagie. Li condanniamo sempre. Auspichiamo che la Sinistra faccia sempre lo stesso. Invece la Sinistra si dà un’aura morale e invoca la rimozione di Trump dalla carica di presidente attraverso un processo di impeachment o il XXV Emendamento alla Costituzione federale per tentare di schiacciare un uomo che chiaramente odia. Lo spettacolo è disgustoso.
Nondimeno stigmatizzo pure le parole del presidente eletto Joe Biden e del vicepresidente eletto Kamala Harris all’indomani dell’evento. Biden e Harris si sono candidati per contrapporsi a Trump e hanno promesso di riunificare un Paese diviso. In realtà stanno approfondendo il solco che divide il Paese, aggiungendo al dibattito sui fatti di mercoledì anche la carta razziale. Ma c’erano anche rivoltosi neri fra quanti hanno assalito la capitale, così come c’erano poliziotti bianchi fra quanti cercavano di fermarli. Voler forzare la questione razziale nel dibattito è sbagliato, e pure spregevole.
Gli Stati Uniti si trovano ora in una posizione delicata. Siamo un Paese diviso. Le false prospettive di unità offerte da Joe Biden e da Kamala Harris sono tanto deleterie quanto lo è rinunciare alla speranza di poter ricuperare un po’ di fiducia sociale condivisa.
E chi fra noi combatte il progressismo liberal dominante continuerà a rigettare un’idea di unità che impone la rinuncia alle proprie convinzioni. Questo infatti altro non è se non il tipo di unità offerto dal totalitarismo. É l’unità della convergenza forzata. Anche se rivestita di belle parole, questo è il tipo di unità che non accetteremo mai. Non abbandoneremo mai la verità per conformarci alla falsa idea di vita e di Dio, di uomo e di Paese che la Sinistra propone.
L’unico tipo di unità possibile è quello che potrà emergere dallo schietto riconoscimento delle differenze politiche che ci dividono, unito al rispetto profondo per la dignità di ogni persona.
Un ultimo pensiero. Il fatto che Facebook e Twitter ora credano di avere il diritto di mettere a tacere il leader del mondo libero ‒ con il concorso pressoché unanime della Sinistra ‒ dimostra la verità di ciò che alcuni fra noi dicono da tempo. L’unione diabolica tra il Big Tech e il progressismo liberal è oggi più potente del presidente degli Stati Uniti. Consiglierei ai veri liberali di stare molto attenti a ciò che sostengono. Potrebbe infatti venire il giorno in cui i loro punti di vista andranno fuori moda e a quel punto i meccanismi di controllo potrebbero funzionare in una direzione molto diversa da quella odierna.
Regolamentare il nuovo potere monopolistico dei social media e delle aziende tecnologiche è assolutamente fondamentale se vogliamo che nei nostri Paesi vivano davvero e prosperino la libertà di parola e la libertà di associazione. Chi decide chi possa parlare è più potente di chi vuole parlare. E in questo momento Mark Zuckerberg e Jack Dorsey stanno diventando i padroni del mondo. Se i nostri nuovi padroni tecnologici possono silenziare un presidente con cui non sono d’accordo, allora possono mettere a tacere chiunque.
Messaggio per gli amici, in tutto il mondo, che si battono per la vita, la famiglia e le autentiche libertà della persona a partire da quella religiosa: mi rendo conto dell’immagine contraffatta che i media stanno dando dei conservatori statunitensi. Mi rendo conto che potreste disperare dell’impossibilità di correggere questa rappresentazione falsata.
Non ho risposte facili da dare. Ma una cosa la so. Noi detestiamo gli attacchi portati alla polizia, detestiamo le aggressioni di cui è stata fatta oggetto la nostra capitale. Noi ci battiamo per Dio, per la famiglia, per il nostro Paese e per la libertà ordinata. Non lasciate che siano i nostri avversari a decidere ciò che noi siamo. Schieratevi sempre per la verità, per la bellezza, per l’amore. Mai arrendersi, mai cedere, mai accettare l’immagine falsa che le élite globaliste danno di noi.
E le persone timorate di Dio e di buona volontà non scordino la preghiera. La preghiera per il presidente e per la sua amministrazione; la preghiera per il presidente e per il vicepresidente entrante e per la loro amministrazione; la preghiera per le nostre amate istituzioni; la preghiera per noi e per le nostre famiglie. Stringiamoci come mai prima d’ora per preservare i nostri valori, le nostre convinzioni e il nostro stile di vita.
Commenti su questo articolo