Il 3 dicembre 1846, nelle strade di New York City, la vedova presbiteriana Leslie Prentice emerse come voce coraggiosa nel nascente movimento pro-vita, organizzando e guidando una manifestazione fuori dalla sontuosa casa di Anna Lohman, meglio conosciuta come Madame Restell. Come una delle abortiste più note dell’epoca, Restell aveva costruito un impero redditizio attraverso i suoi servizi, pubblicizzando apertamente sui giornali e accumulando ricchezze che le permettevano di vivere nel lusso sulla Fifth Avenue.
Prentice, motivata dalla sua fede cristiana e dalle sue convinzioni morali, radunò individui con le stesse idee per protestare contro il grave peccato dell’aborto, richiamando l’attenzione sulla sacralità della vita non ancora nata in un’epoca in cui tali procedure erano sempre più commercializzate ma ancora in gran parte tabù nella società perbene. Poco si sa del passato personale di Prentice oltre al suo status di vedova e devota presbiteriana, ma le sue azioni esemplificarono la crescente opposizione cristiana all’aborto nell’America prebellica.
Durante questo periodo, leader religiosi e riformatori, influenzati dagli insegnamenti biblici sul valore della vita, iniziarono a denunciare pubblicamente la pratica. La manifestazione di Prentice prese di mira specificamente Restell, che aveva affrontato precedenti controlli legali — incluso un processo nel 1841 per aver causato la morte di una donna tramite aborto — ma continuò le sue operazioni senza sosta. La dimostrazione servì come un primo esempio di attivismo di base, unendo i conservatori in difesa dei valori familiari tradizionali contro il degrado morale della vita urbana.













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