Last updated on aprile 16th, 2021 at 04:05 am
Emir Kusturica è un regista serbo. Noto e controverso. Si dice sempre così, «controverso», quando si vuole dire per non dire, sfruttando senza sposare. Ieri ho definito «controverso» lo scrittore francese Michel Houellebecq, che sull’eutanasia in Francia ha semplicemente ricordato fatti veri. Ma siccome non ho intenzione di gettare il sasso ritraendo la mano, esplicito. Si può non essere d’accordo con tutte le idee politiche di Kusturica, o di Houellebecq o di Pinco Pallino, ma ciò non toglie che i fatti restino fatti, e che quando i fatti vengono ripetuti da persone appariscenti, i fatti stessi diventino più appariscenti. Notandosi di più, quei fatti fanno breccia. Non è solo un problema di immagine: gli è che da che mondo è mondo gli intellettuali, gli artisti, gli uomini di cultura sono la voce dei popoli.
Ora, in Serbia Gordana Čomić, ministro per i Diritti umani e delle minoranze e del Dialogo sociale, ha varato una serie di leggi liberal che colpiscono frontalmente la famiglia: una sulle unioni omosessuali, una sull’uguaglianza di genere e una contro le discriminazioni, che violano tutte la Costituzione del Paese. La redazione serba di “iFamNews” ha quindi lanciato una petizione popolare per chiederne il ripudio. Di fronte allo sfacelo voluto dal Ministro e all’atto di riparazione proposto da “iFamNews”, il regista Kusturica ha preso posizione. Ha scelto di stare con chi espone fatti reali dicendo la verità: cioè con “iFamNews”. E ha detto:
«Oggi, con il pretesto della pandemia, si sta mettendo in pratica quello che il leader del Word Economic Forum di Davos, Klaus Schwab, ha definito “Great Reset“. Le potenze occidentali stanno quasi universalmente cercando di imporre una campagna su vasta scala che, attraverso media e altro, condurrà di fatto alla spopolamento del pianeta. Sulla base di un marxismo mutilato, stanno cioè creando un nuovo consenso di sinistra, laddove tutto ciò che si sforzano di introdurre nella vita delle persone è di fatto solo la distruzione degli Stati-nazione e dei piccoli Paesi. Ciò che dicono le statistiche è esattamente questo. Ogni anno in Serbia il numero dei morti supera quello delle nascite di 35mila unità e nel Paese vengono eseguiti ben 140mila aborti l’anno, eppure ciò di cui si discute è il progetto di legge sui “matrimoni” omosessuali».
Qualsiasi cosa Kusturica pensi su una grande quantità di cose, qualunque sia il modo in cui Kusturica dice ciò che pensa, i fatti che Kusturica evidenzia su vita, famiglia, demografia e «Grande Reset» non sono come Kusturica li descrive semplicemente perché Kusturica se li è inventati, ma sono così come Kusturica li descrive a monte di Kusturica stesso. E che però quei fatti a monte di Kusturica li enunci una persona appariscente come Kusturica, ovvero un uomo di cultura che comunque esprime la voce del proprio popolo, quello serbo, è un altro fatto, e di grande importanza.
Un fatto di grande importanza per la Serbia, ma non solo per la Serbia, essendo la peste che piaga oggi la Serbia comune a tantissimi Paesi, stretti nella morsa del politicamente corretto, dell’ideologia, della cancel culture e del potere eterodiretto. Italia compresa. La voce di Kusturica lancia dunque un grido alto. Alto perché richiama fatti veri oggettivi. Un allarme.
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