Last updated on Febbraio 25th, 2020 at 03:18 am
Grande scalpore ha suscitato, qualche settimana fa, lo sfogo di un pizzaiolo valtellinese che invitava i genitori a lasciare a casa i «bambini maleducati» o, in alternativa, a cambiare pizzeria. I social media sono impazziti: accuse di insensibilità, di discriminazione, qualcuno ha persino suggerito al ristoratore di dotarsi di uno “spazio dedicato” per ovviare ai «bambini che correvano da tutte le parti, che giocavano a nascondino nei bagni, che urlavano o stavano in piedi sulle sedie». Sono bambini, si è detto, che altro dovrebbero fare?
Qualcuno però è intervenuto in altro senso: è un’ipotesi percorribile – come ha suggerito anche il pizzaiolo di Villa di Tirano – l’insegnamento della buona educazione? Forse anzitutto ai genitori, che dovrebbero riconoscere le circostanze praticabili per famiglie con bimbi piccoli e quelle in cui forse è meglio restare a casa, o davvero assumere una baby-sitter (anche perché nessuno si godrebbe certe serate, né i genitori, né i bambini, né le persone circostanti, se durante una conferenza o un concerto di musica classica un neonato si mettesse a piangere a pieni polmoni). In secondo luogo, si potrebbero educare i bambini, quelli più grandini, capaci di riconoscere i luoghi in cui si può correre e giocare a nascondino, e quelli in cui godersi una buona pizza chiacchierando assieme a mamma e papà. Sono solo bambini, appunto, non gremlin: sono capaci di apprendere le “buone maniere” senza subire traumi infantili, e senza che la loro creatività e vivacità debba risultare avvilita o spenta. Si può quasi arrivare a ipotizzare che un giovane rappresentante del genere umano si sentirebbe soddisfatto nel riconoscere uno sguardo di fiducia, da parte dei propri genitori, sentendosi considerato responsabile abbastanza da non essere scusato qualora faccia qualsiasi cosa gli venga in mente nel momento esatto in cui gli salta in mente. Sarebbe una dimostrazione di stima, non uno svilimento.
Pare che questa ipotesi, però, vada esclusa. Per godersi una serata, o una bella vacanza, è necessario assicurarsi che di bambini in giro, educati o meno, non ce ne siano. Ed ecco dunque scendere in campo, meglio, in acqua, Scarlet Lady, la prima nave da crociera, targata Virgin Voyages, con ingresso vietato ai minori. Lunga 278 metri, larga 38, la Scarlet Lady vanta una capacità di 2770 passeggeri e 1160 dipendenti tra il personale di bordo. Offre, ovviamente, molteplici attività di svago: ristoranti, teatri, una “area intima” chiamata The Mirror, cui si accede da un corridoio di specchi e luci, programmi di fitness, yoga, party esclusivi e musica live. Tutto solo per adulti, perché «[…] amiamo i bambini, ma qui offriamo un’esperienza inclusiva, che vuol dire che puoi fare più cose e più sofisticate», spiega Tom McAlpin, presidente e AD di Virgin Voyages. L’esigenza di garantirsi vacanze “sofisticate” è tale che di navi come la Scarlet Lady ne verranno costruite almeno altre tre, la prima in consegna già l’anno prossimo.
La nave salperà per la prima volta ad aprile: da Miami viaggerà verso Cuba e la Repubblica Dominicana. Ma per chi non si potesse permettere il biglietto, nessun problema: vacanze childfree sono garantite ormai in 1300 hotel in tutto il mondo, di cui una cinquantina anche in Italia. Esiste persino un sito, Hotel per Adulti, che – lungi da quel che ci si potrebbe aspettare – promette «pace e tranquillità» proprio grazie all’assenza di bambini. D’altra parte, è tutta colpa loro: lo stress, la mancanza di lavoro per le donne, i cambiamenti climatici, questi bambini sono veramente portatori di sciagura. Non basta nemmeno l’aborto, prima causa di morte al mondo, per arginare il problema. Resta solo una consolazione: chi la pensa così, ha vita breve. Tutti gli aderenti alla “setta” childfree hanno un destino certo, segnato: l’estinzione. A chi resta, a chi, nonostante tutto, ha messo su famiglia, si è sacrificato, e ne ha goduto, la responsabilità di porre le basi per il futuro, sperando che gli eredi del famoso pizzaiolo valtellinese possano affiggere un nuovo cartello: “Pizza gratis per tutti i bambini”. E le navi da crociera facciano a gara per offrire intrattenimenti “a misura di famiglia”, affinché tutti possano godere della gioia del sorriso di un bambino, anche – e soprattutto – chi non sa ancora cosa si sta perdendo.
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