Last updated on Febbraio 17th, 2020 at 04:20 am
C’è da chiedersi, nel profondo, nel profondo di ogni cuore, laico o credente, agnostico o religioso, che società abbiamo finito per costruire.
Non passa poi giorno che in questo o in quel Paese non venga ideata e istituzionalizzata una nuova forma di vessazione della famiglia: a partire dal divorzio, oramai ritenuto cosa normale pressoché ovunque, l’istituto familiare subisce aggressioni quotidiane, che, sotto forma di attacchi alla genitorialità, alla libertà di educazione, alla sovranità economica, ne erodono progressivamente e inesorabilmente la forza e la tenuta. Ma una società che non sia una famiglia di famiglie è soltanto una massa di monadi più o meno impazzite, che confusamente si agitano senza orizzonte scontrandosi costantemente, tant’è che il nostro mondo invecchia, rallenta, perde la speranza.
La prima causa di morte nel mondo è l’aborto. Si muore di meno, molto di meno, per malattie, fumo, alcol, incidenti stradali, omicidi e guerre. Nel 2019 l’olocausto silenzioso dell’aborto ‒ dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che diffonde dati elaborati dal noto e autorevole sito web di statistiche Worldometers ‒ è costato 42,4 milioni di vittime. Un record triste del 2019, ma che dura da un po’. Quanto l’aborto sia già costato in questi primi 22 giorni del 2020 in tutto il pianeta lo potete vedere da soli qui e sempre qui continuare a tenervi aggiornati minuto per minuto.
Paesi interi stanno lentamente scivolando nel nulla, inghiottiti in una voragine demografica che prospetta solo l’estinzione. In Europa il tasso di natalità è di 1,3 figli per donna, ben al di sotto del 2,1 necessario per il naturale rimpiazzo generazionale. I numeri variano a seconda dei Paesi, ma dal 2008 il trend è declinante in tutto il Vecchio Continente; in Russia per esempio è spaventoso. Gli esperti lo chiamano “inverno demografico” e fa gelare il sangue nelle vene.
Le famiglie vengono in più aggredite da stili di vita innaturali come l’omosessualità, mentre pressoché ovunque il “transgenderismo” è considerato la nuova normalità. Si aggiungano poi la pornografia dilagante e la droga ritenuta simbolo della liberazione umana finale, e il quadro che ne sortisce risulta semplicemente agghiacciante.
Quando infatti riuscissimo a portare a casa la pelle, dribblando in questo panorama assurdo, dovremmo sempre fronteggiare l’ultimo scoglio: l’eutanasia, voluta e imposta, anche con logiche eugenetiche, da un potere culturale, giuridico, politico e medico sempre più totalitario.
Si levano, è vero, voci e sforzi di segno contrario, convinti ancora della sublimità della vita umana e innamorati ancora della bellezza della famiglia. Faticano e arrancano, ma ci sono. Ecco, è per questo che oggi nasce International Family News.
“IFamNews” nasce oggi per testimoniare questa differenza, per darle voce e per sostenerla, mentre al contempo, doverosamente allarmati, denunciamo tutto quanto non va. Il nostro rigore professionale non può infatti esimersi dal vedere che così il genere umano si sta solo votando alla distruzione. La vera ecologia è quella umana, e noi non ci siamo ancora arresi.
“IFamNews” si sforzerà di raccontare la verità ogni giorno e di contribuire, nel suo piccolo, a far crescere nel mondo, a cominciare dalle nostre famiglie, dai nostri amici, dalle nostre comunità, dai e per i nostri Paesi, la repulsione per la cultura della morte e della distruzione, nella convinzione di quanto sia ancora bello battersi per quel buono che ancora al mondo esiste, affinché cresca.
Il nostro compito è quello d’informare, e cercheremo di farlo sempre al meglio.
Quest’affascinante avventura quotidiana ‒ alla direzione della quale ho avuto l’onore di essere chiamato ‒ non sarà però mai possibile senza tutti e ognuno di voi. Personalmente la svolgerò animato da una e una sola convinzione, quella rotondamente espressa da un passaggio de Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien: «[…] non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo, il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare».
Per il resto, benvenuti.