Uccidere la gente è inammissibile

La Consulta boccia il referendum sull’eutanasia. A volte le notizie ottime arrivano. Siamo fieri di avere combattuto, contenti della vittoria

Ovvio, ma nel mondo in cui stiamo bisogna lottare per affermare un principio tanto basilare ed evidente.

Questo è ciò che ha fatto oggi la Corte costituzionale, dichiarando inammissibile il referendum sull’eutanasia o, come viene chiamato con una locuzione fra lo strabiliante e l’orrido, «omicidio del consenziente».

La Corte costituzionale ha cioè detto che ammazzare non va bene, non si può. Che legalizzare una fattispecie dell’omicidio è intollerabile.

«La Corte costituzionale si è riunita oggi in camera di consiglio per discutere sull’ammissibilità del referendum denominato Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente). In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni». Così, papale papale, una nota diramata alla stampa.

Inammissibile. Ovvio, evidente: non lo si dirà mai abbastanza. Anche solo che qualcuno abbia pensato di provarci, con la protervia e la spavalderia di chiamare la cosa apertamente con il nome che ha, omicidio, fa trasalire. Ma a volte le notizie ottime arrivano, e oggi è uno di quei giorni.

Siamo fieri di avere combattuto, siamo contenti che la realtà delle cose abbia trionfato. Non nobis gloria.

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