Su Il Messaggero del 25 gennaio è comparsa una notizia in effetti non così strana, se si osserva con attenzione quanto viene pubblicato dai giornali, cartacei o online, in questi ultimi anni. La notizia fa riferimento alle molestie che alcuni uomini metterebbero in atto sulle donne nelle palestre: «Le molestie durante gli allenamenti, tra pesi e cyclette. Quel tipo che ti passa accanto e allunga la mano, quell’altro che ti segue ad ogni passo e te lo ritrovi sempre accanto, o chi fa apprezzamenti e battutacce. Quando la palestra si trasforma in un incubo. L’81% delle donne ha invece dovuto cambiare programma, perché si sentiva pedinata da qualcuno che la seguiva dappertutto tra i diversi esercizi e le diverse macchine. Il 54% ha detto di aver evitato determinate aree della palestra a causa di molestie già ricevute. Il 90% ha dichiarato infine di non apprezzare di essere fissata mentre si esercita e l’80% non ama parlare durante l’allenamento».
S’impone subito qualche distinzione. Chiarito immediatamente che nessuno dovrebbe essere mai molestato, uomini o donne, e che le donne che venissero molestate hanno il diritto di rivalersi con l’autorità giudiziaria, occorre intendersi su cosa si intenda per «essere molestati». Nell’articolo citato si fa infatti riferimento a comportamenti diversi. Per esempio, se un uomo tocca una donna che non desidera essere toccata, si tratta senz’altro di un comportamento molesto: non ci sono dubbi, benché vi sia una differenza enorme fra l’essere toccati su un braccio o in parti intime. Ma se l’uomo guarda una donna, o se la donna “si sente molestata dallo sguardo” si entra in un’area più pericolosa.
Se si dovesse pensare a proibire gli sguardi di un uomo, sguardi che possono essere delle forme e delle gradazioni più varie, allora bisognerebbe istituire anche una legge contro il corteggiamento. Un uomo che corteggia una donna si compiacerà senz’altro di poterla ammirare. Ma uno sguardo ammirato è molestia? Certo, in un uomo che corteggia una donna c’è desiderio, e questo fa parte delle naturali leggi dell’attrazione. Leggi che, non va dimenticato, valgono anche per le donne. Ci sono donne che si fermano ad ammirare uomini particolarmente belli, ma non si troverà mai un uomo che si sogna di denunciarle perché si sente molestato dai loro sguardi. Va ripetuto: gli uomini che sono insistenti oltre il dovuto varcano certamente un limite che non deve essere varcato, ma il rischio è rimanere paralizzati per paura di mostrare attenzioni che possano essere fraintese.
Dante Alighieri (1265-1321) poetava: «Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia, quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua devèn, tremando, muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente e d’umiltà vestuta, e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare» (Vita nuova XXVI 1-8). Gli occhi che non ardivano nel guardare la bella donna di Dante, in realtà la guardavano eccome, visto che comunque la “laudavano” perché pareva venuta dal Cielo a mostrarsi come un miracolo. Ecco, nel bel linguaggio del Poeta, vengono enunciate le leggi dell’attrazione umana, leggi che possono essere a volte infrante, a volte violate, a volte fraintese, ma che non devono essere mai rimosse.