Last updated on Febbraio 4th, 2021 at 09:05 am
Nel mondo della tecnologia e della comunicazione la tecnologia e la comunicazione sono armi politiche. E siccome quel che fa girare il mondo è da sempre il denaro, un’arma che funzioni come si deve è soprattutto e anzitutto il flusso di denaro che colpisce.
Stripe, il colosso della processazione delle transazioni finanziarie online attraverso carta di credito, ha bloccato le offerte alle iniziative del presidente Donald J. Trump, sostenendo, falsamente, che Trump inciti alla violenza.
Noi di “iFamNews” lo avevamo detto.
Noi di “iFamNews” siamo stati bloccati prima di Trump.
Tutto il mondo che ha visto in Trump un emblema di tante cose, fra cui princìpi non negoziabili quali la difesa del diritto della vita, la difesa della famiglia naturale e la difesa delle libertà autentiche della persona, proprio come abbiamo fatto noi di “iFamNews”, rischia ora questa censura assurda e malvagia. Esattamente come rischiamo tutti la censura di Facebook, di Twitter, di Instagram e così via.
Viviamo in un mondo che più si riempie la bocca della parola «democrazia» e più è incapace di essere democratico. Come ai tempi d’oro del giacobinismo, quando a Parigi si finiva alla ghigliottina per la semplice delazione di un sanculotto qualsiasi, il mondo soi-disant democratico non ha infatti mai l’onere della prova. Basta utilizzare una delle buzz-word oggi à la page: «razzismo» e «incitazione all’odio» sono quelle più gettonate. Chi se le trova appioppate, non si leva mai più il marchio di dosso. Basta venirne accusati, per finire ricusati. Nessuno infatti oserà mai mettere in dubbio questa taccia per paura di finire alla medesima gogna senza nemmeno passare per il banco degli imputati.
Quindi basta semplicemente dire che Trump inciti all’odio per poterlo censurare. Basterà domani dire lo stesso di “iFamNews”, per esempio, affinché accada l’uguale. Ce lo aspettiamo, e già Stripe si è portata avanti. Ma basterà anche che dicano lo stesso di te che stai leggendo queste parole ora. È la tirannia insopportabile di chi non ha bisogno di dare spiegazioni.
Qualcuno in vena di scherzi dice che i colossi Big Tech e i social media ne hanno pieno diritto perché sono soggetti privati. Chi ragiona così lo fa nel più socialista dei modi, quello che ama il monopolio e uccide la chiave della libertà, vale a dire la concorrenza.
La forza principale del privato e dello scambio libero è la fiducia reciproca. Se non ci si può fidare fra contraenti, crolla tutto. Gli scambi fra privati avvengono in base a contratti, a patti, con informazioni, trasparenza e referenze. Patti scritti, orali, non è questo il punto. I «termini di accordo» fra un utente e un’azienda di servizi online o un operatore social valgono contratto. Non posso io fornitore cambiare insindacabilmente a senso unico le regole del gioco in corso d’opera mettendo il fruitore nel sacco. Se per esempio faccio credere a un cliente di trovarsi in un certo luogo, luogo di cui poi d’improvviso cadono a terra le quattro mura perimetrali come quinte di un set per rivelare a detto cliente di essere in ben altro luogo, compio una truffa. La letteratura cinematografica abbonda di esempi bellissimi: per acciuffare criminali oppure ‒ eccoci ‒ per raggirare i buoni.
Certo, lo si fa, la fanno molti, tantissimi ritenendosi in diritto di farlo. Ma lo fanno solo perché perché possono materialmente farlo, non perché sia giusto, accettabile o serio: might is right. E siccome lo fanno tutti siamo purtroppo abituati a pensare che sia lecito. E con questa violenza si censura chiunque non la pensi come il manovratore, come l’amico del manovratore, come la concubina del manovratore o semplicemente come il postino del manovratore a 280 caratteri.
L’insubordinazione di Stripe sta facendo grossi danni alla gente che non ha il passi per entrare dal manovratore. Al presidente Trump e ad “iFamNews”.
Per questo la nostra petizione di protesta è ancora in atto, per questo abbiamo bisogno come l’ossigeno del tuo aiuto, possibile ora e sempre attraverso soluzioni alternative. Vuoi difendere la libertà, o preferisci accoccolarti ai piedi dei tiranni?