Last updated on Ottobre 5th, 2021 at 02:59 am
Del CoVid-19 non se può più. Da un anno e mezzo non si parla di altro. L’informazione non parla d’altro, la politica non parla d’altro, la gente non parla d’altro. Per carità, il nuovo coronavirus è una brutta bestia e nessuno dimentica i tanti morti che ha mietuto. Ma di bestie brutte è pieno il mondo dell’uomo da che mondo è mondo e l’uomo ne è assediato quotidianamente. Sì, ogni stratega sa benissimo che la guerra su più fronti comporta quasi sempre la disfatta, ma, quando il nemico attacca da lati diversi, non gli si può domandare di mettere in aspettativa qualche comparto perché a noi fa comodo concentrarci su un ambito solo.
Bisogna quindi scegliere le priorità.
Il CoViD-19 lo è? Non sono uno dei tanti CT della Nazionale che impazzano sugli schermi da mesi e mesi, quindi taccio. Da profano sussurro solo che forse sì, lo è stato: in alcuni momenti, in alcuni luoghi. Ma mi chiedo contemporaneamente se la scomparsa letterale di ogni e qualsiasi altro argomento che non sia il CoViD-19 abbia davvero favorito la sconfitta del CoViD-19. Mi spiego. Ci vacciniamo per aumentare le nostre difese immunitarie. Siamo sicuri che azzerando ogni altra attenzione per focalizzarci solo sul CoViD-19 le nostre difese immunitarie culturali siano aumentate? Guardandomi in giro direi proprio di no.
Nei mesi della pandemia ho visto infatti scomparire la preoccupazione per tutto ciò che minaccia le questioni fondamentali della condizione umana. «Fondamentali» non vuol dire soltanto importanti: vuol dire imprescindibili. Quelle che fondano, mancando le quali crolla tutto.
Nei mesi del CoViD-19 ho visto la vita umana innocente e la famiglia naturale abbandonate al proprio destino da chi non solo ha modificato le priorità, ma è pure riuscito a convincere tutti che vita e famiglia non siano affatto priorità ora. E se non lo sono ora, non lo sono mai. Ne è venuto fuori un mondo più povero.
È però ora di smettere. È il momento di rimettere al primo posto le questioni cui spetta il primo posto, pentendoci per averle così a lungo relegate in fondo alla fila, perché è una omissione colpevole e gravissima.
Tira aria di elezioni. Confesso che il mio entusiasmo per la tornata elettorale di domani è scarsissimo, pari a quello – arguisco – di molti italiani.
Chi lo bolla di «qualunquismo» non ha capito un’acca: e proprio il contrario. È la passione civile, politica, la passione per il bene delle persone e per il bene comune che guardando la proposta politica odierna si deprime. È proprio perché la politica, che è una cosa seria, non parla delle cose di cui dovrebbe che cascano le braccia.
Lunedì sapremo i risultati delle elezioni di domani, ma io ve li anticipo ora. Dalle elezioni uscirà trionfante il Partito Unico del CoViD-19 e basta, quello che di vita e famiglia non ha voglia di occuparsi. Sarà un mondo ancora più povero, ma sarà pure il giorno in cui fisseremo l’appuntamento, oltre la politica così come la politica è oggi, per mettere in agenda le cose che davvero contano. Il mio unico timore è che la politica del CoViD-19 e basta sia molto, molto contagiosa e abbia infettato ben oltre i ranghi della politica. Per favore, smentitemi.
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