Last updated on Agosto 28th, 2020 at 11:06 am
Per entrare nelle forze di polizia, in ogni Stato del mondo, bisogna avere determinati requisiti fisici e psichici. Nel Regno Unito, da oggi, è necessario anche che l’aspirante sia favorevole all’ideologia gender.
I due rifiuti
Lo si apprende da The Telegraph: due domande sarebbero state rifiutate dalle forze di polizia. Il motivo? Il candidato ritiene che il sesso biologico non possa essere modificato. Una donna che ha inviato la propria richiesta all’ufficio di Norfolk Constabulary, nell’Inghilterra orientale, si è vista respingere la domanda a causa delle opinioni «critiche rispetto al gender». Lo stesso rifiuto è stato opposto da un ufficio di polizia del Sud-est inglese. Entrambi gli uffici avrebbero spiegato alla candidata che le sue opinioni le avrebbero fatto fallire il test comportamentale in quanto non rappresenterebbero «i comportamenti attesi» da un esponente delle forze di polizia.
L’e-mail
La donna, in realtà, non è una candidata vera. È un agente in servizio da sedici anni, che ha voluto sperimentare se l’ideologia gender sia oggi considerata un requisito necessario per entrare a far parte della polizia. L’agente, spacciandosi per candidata, ha inviato via e-mail la domanda a ventisei uffici con posti vacanti. Nella missiva avrebbe precisato: «Devo sottolineare che sono critica rispetto al gender, il che significa che, mentre sono fermamente contraria all’abuso e alla discriminazione nei confronti delle persone trans, non credo che si possa cambiare il proprio sesso biologico». Le avrebbero risposto soltanto in quattordici, tra i quali i due che le avrebbero rifiutato la domanda.
Poliziotti anti-gender da indagare
La vicenda non sarebbe peraltro finita qui. La finta aspirante avrebbe infatti inviato una nuova e-mail ai due uffici refrattari nei confronti dei poliziotti anti-gender. «Sono enormemente indignata», avrebbe scritto, «per il fatto che non si possa trovare lavoro in base alle proprie opinioni, che sono quelle in cui crede la maggior parte delle persone in questo Paese». Il botta e risposta sarebbe proseguito. L’ufficio di Norfolk avrebbe ribadito che queste opinioni sarebbero incompatibili con il ruolo di poliziotta. Al che la donna avrebbe continuato: «Se ci fossero ufficiali in servizio con queste opinioni, il loro impiego sarebbe minacciato?». Di tutta risposta, un reclutatore le avrebbe chiesto di fornire «dettagli ed eventuali prove» così da poter «indagare» i poliziotti contrari all’ideologia gender.
Le critiche
Nel momento in cui la vicenda è diventata pubblica, non si sono fatte attendere le critiche ai due uffici. Qualcuno rileva che la polizia «dovrebbe far rispettare la legge, non stabilire quali opinioni sono accettabili e quali non». Secondo quanto riferisce The Christian Institute, il responsabile del Consiglio nazionale dei capi di polizia, Ian Hopkins, avrebbe affermato che «l’intero servizio è vincolato a dover aderire all’Equality Act e al codice etico di polizia». Tuttavia, Ciarán Kelly, vicedirettore per le comunicazioni di The Christian Institute, ha fatto presente che l’Equality Act non impedisce affatto di sostenere l’immutabilità del sesso biologico. «Le persone», ha commentato Kelly, «non dovrebbero essere escluse dal lavoro perché le loro opinioni non corrispondono a quelle di una manciata di attivisti intenti a promuovere l’ideologia di genere radicale».
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