Scozia, protesta contro il censimento arcobaleno

La compilazione prevede la possibilità di «auto-identificarsi» nel genere preferito, i cittadini si ribellano

Nicola Sturgeon

Nicola Sturgeon

Devono essere rimasti sorpresi, gli impiegati del National Records of Scotland (NRS), l’ente governativo scozzese che si occupa di dati e statistiche, responsabile fra l’altro del recente censimento nazionale, quando nei loro uffici sono giunte numerose richieste di moduli cartacei del documento di rilevazione delle informazioni sui cittadini, snobbando invece la più comoda compilazione online.

Ancora più sorpresi saranno stati quando avranno trovato risposte scritte al contrario, nastri colorati, glitter e infine voci aggiuntive quale per esempio «credente nella biologia» in corrispondenza della domanda «a quale religione, denominazione religiosa o organismo appartieni?».

Forse però il massimo dello sbigottimento l’avranno provato leggendo, alla domanda «come ti rechi al lavoro?», la risposta «a cavallo di un manico di scopa», esattamente come le streghe.

Si tratta della protesta attuata da circa 650 cittadini scozzesi, sia uomini sia donne, per segnalare al governo e alla leader del Partito Nazionale Scozzese, nonché primo ministro in carica, Nicola Sturgeon, il proprio disaccordo rispetto alla possibilità concessa a chiunque di rispondere alla domanda sul sesso in base alla propria «auto-identificazione di genere», indipendentemente da ciò che è scritto sul certificato di nascita o quantomeno sul certificato di genere ottenuto in seguito.

Il rischio, con tale modello di formulario per la raccolta dei dati del censimento, è che le informazioni legate strettamente al sesso biologico femminile, alle donne, risultino falsati o vadano perduti, tanto più che si verificherà un disallineamento con le modalità utilizzate nel resto del Regno Unito, dove il rilevamento è già stato svolto.

For Women Scotland, uno dei gruppi di attivisti per i diritti delle donne attivi nel Paese, aveva da subito espresso le proprie preoccupazioni rispetto al nuovo protocollo, affermando che in tale modo «[…] perderemo importanti informazioni sul sesso della nostra popolazione, vitali nella pianificazione dei servizi».

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