Last updated on Novembre 19th, 2020 at 05:09 am
Ieri, mercoledì 4 novembre, la Camera ha approvato la legge sulla cosiddetta «omo/transfobia», esprimendo, a scrutinio segreto chiesto da Fratelli d’Italia, 265 voti favorevoli contro 193 (più un astenuto). È un disastro. Si materializza, infatti, quello che in molti e a lungo abbiamo detto e ripetuto. L’Italia diventa un Paese liberticida, approvando le bubbole di un’avanguardia rivoluzionaria come se fossero urgenza nel mentre il Paese è travolto da problemi veri e solidi e gravi.
La regola della nuova Italia sarà il processo alle intenzioni, l’omologazione culturale, l’imposizione del pensiero unico, il divieto di ragionare diversamente da chi detiene il potere culturale, mediatico e politico.
È un’Italia meno bella, quella di oggi. L’Italia in cui si sarà costretti, con lo spettro delle manette ai polsi, a chiare il capo e ad accettare quello che alla coscienza ripugna e la morale non accetta. Mi domando fino a quando noi di “iFamNews” riusciremo a svolgere il nostro lavoro.
Il testo votato dall’aula, infatti, non farà affatto quanto, mentendo, dice di voler fare, ovvero difendere le persone vittime di violenza. Per quello esiste, lo sanno tutti, già la legge ordinaria. Piuttosto il testo approvato dalla Camera strumentalizzerà persone e gruppi umani e sociali per imporre a tutti gli italiani il conformismo che, come è stato ripetuto brillantemente durante il dibattito, è una bomba a orologeria a squisito scopo pedagogico: rieducare la gente per fare, anzi stavolta rifare gli italiani, visto che l’Italia già in qualche modo è stata fatta. E, alla bisogna, colpirne esemplarmente uno per educarne cento. Rifare gli italiani, ovviamente, secondo una prospettiva ideologica.
Tra l’oggi e questo assurdo manca ora soltanto il voto del Senato. Ma un dato resta incontrovertibile. Esiste un popolo, nelle piazze e in parlamento, che resiste. È lo stesso segnale che giunge dal Paese più importante del mondo, gli Stati Uniti d’America, disastrati, dove però sta andando in scena una resistenza importante al relativismo e al nichilismo. L’Italia migliore è quella resistenza. E siamo orgogliosi di avere persone che, in quel popolo resistente, ci circondano con la loro amicizia. Li ripaghiamo con una promessa: arriverà la fine, ma non è oggi. Più tristi di ieri, più acciaccati, forse in numero minore, ancora però ci siamo. E non ci fermeremo, anche se sarà più dura.
Image source: Barbed wire section, photo by Gphoto, licensed by CC BY-SA 3.0
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